A 34 anni dopo la sua morte in Francia arrivano nuovi sviluppi nel caso del piccolo Gregory, il bambino di quattro anni e mezzo trucidato nel 1984. La sua fine resta ancora oggi...
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«Non vengo a dirvi che il caso è risolto», Non so chi sia l'autore».
Trentatré anni fa mancavano gli strumenti per individuare tracce di Dna sui reperti. Ma nel 1999, poi nel 2008 e nel 2013, i progressi scientifici hanno consentito che il caso venisse riaperto. Oggi per la prima volta viene evocata la possibilità di un crimine collettivo. Il fascicolo venne riaperto grazie al dna ritrovato su una missiva indirizzata nove mesi dopo la scoperta del corpo del bimbo con mani e piedi legati nelle acque del fiume Vologne, nei Vosgi, a sei chilometri da casa, al nonno Albert. «Famiglia Villemin - recitava il testo - avrò la vostra pelle: la prossima vittima è Monique», cioè la nonna, moglie di Albert. Un'altra lettera era stata ricevuta all'indomani del 16 ottobre 1984, giorno del ritrovamento del cadavere, dai genitori: «Tuo figlio è morto. Mi sono vendicato». Il giallo resta per ora irrisolto, ma forse - quasi 33 anni dopo - la soluzione è più vicina. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino