Nuovi sviluppi nelle indagini sulla scomparsa di Maelys de Araujo, la bambina di 9 anni sparita domenica sera durante una festa di matrimonio a Pont-de-Beauvoisin, nel...
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Conosciuto dalle forze dell'ordine per alcuni reati minori, il sospetto era già stato sentito dagli inquirenti insieme agli altri invitati la sera dei fatti. Da quanto si apprende, le dichiarazioni rilasciate dall'individuo in queste ultime ore non coinciderebbero con quanto aveva affermato in precedenza. Le sue testimonianze presentano una serie di incongruenze che ha convinto le autorità a procedere con lo stato di fermo che durerà 48 ore.
L'obiettivo è quello di fare luce sugli spostamenti del sospetto, che nel corso della serata «si è assentato durante alcune fasce orarie che possono coincidere con la sparizione di Maelys» ha affermato in un comunicato il procuratore di Bourgoin-Jailleu, Dietlind Baudouin, sottolineando che per il momento è necessario «restare prudenti» e non «trarre nessuna conclusione affrettata».
«L'importante è «ritrovare Maelys il prima possibile e per questo si stanno seguendo tutte le piste» ha affermato Baudoin, ricordando che l'inchiesta è stata allargata su «una tesi potenzialmente delittuosa o criminale». Intanto, infuria la polemica sulla mancata attivazione del piano 'Allerta rapimentò, un dispositivo creato nel 2006, considerato estremamente efficace nel ritrovamento di minori rapiti. Il sistema consiste nell'informare la popolazione attraverso i media diffondendo una serie di informazioni utili, come foto e dati personali della persona scomparsa. Secondo il direttore dell'Ufficio centrale per la repressione delle violenze alle persone, Philippe Guichard, il caso di Maelys non presenta ancora abbastanza elementi per stabilire che si tratta di un vero rapimento. Una sottigliezza, secondo alcuni esperti, che potrebbe costare cara. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino