Una donna, Anna Zubko, il cui marito ha ucciso e violentato la figlia è morta di crepacuore sei mesi dopo la tragedia. La storia, avvenuta in una cittadina della Russia, ha...
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Dopo un’infezione virale non si fece curare, lasciandosi morire. Dopo il funerale di sua figlia, alla ventisettenne, che ha sempre sognato di avere un marito, dei figli, e una famiglia felice gli sono stati tolti i diritti sul figlio di tre anni Ivan, messo in un orfanotrofio.
A questo punto ha avuto un crollo, la sua vita è andata in frantumi. Colpita da un raffreddore, si è lasciata andare. Anna si è sempre ammazzata di lavoro per aiutare la famiglia ad andare avanti, faceva la donna delle pulizie in un supermercato, mentre il marito era disoccupato e avrebbe dovuto prendersi dei figli. «La famiglia ha sempre vissuto una vita isolata da tutti gli altri - raccontano i vicini - La bambina uccisa non ha mai frequentato l’asilo, e riusciva a malapena a parlare». E c’è chi aggiunge: «Non ho mai visto i genitori ubriacarsi o litigare tra loro. Sembravano essere una famiglia normale come tante». Oleinikov salirà presto sul banco degli imputati, rischia fino a 20 anni di carcere se dichiarato colpevole. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino