Carcasse di veicoli carbonizzate lungo la strada, cadaveri di miliziani che giacciono nel deserto. È questo lo scenario sulle strade che portano a sud di Falluja, in Iraq,...
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La scorsa notte fonti militari americane che avevano mantenuto l'anonimato avevano parlato di 250 jihadisti uccisi e una quarantina di camion e auto distrutti. Oggi il portavoce del comando congiunto iracheno, Yahya Rasul, ha ridimensionato il numero dei morti, parlando di almeno 150 miliziani dell'Isis uccisi, ma ha stimato il numero dei veicoli distrutti a circa 260. Le fonti americane e irachene, tuttavia, concordano nell'affermare che si è trattato di uno dei più micidiali attacchi aerei contro lo Stato islamico da quando, nell'agosto del 2014, al culmine della potenza del "Califfato" in Iraq, sono cominciati i bombardamenti della Coalizione a guida americana. «I miliziani dell' Isis stanno lentamente svanendo dall'Iraq, e il territorio che controllavano diminuisce di giorno in giorno», ha detto l'ambasciatore degli Stati Uniti a Baghdad, Stewart Jones, commentando i raid. Mentre l'inviato speciale americano per la Coalizione anti- Isis, Brett McGurk, ha affermato in un'audizione in Senato che l'organizzazione guidata da Abu Bakr al Baghdadi ha perso il 47 per cento del territorio che aveva conquistato in Iraq e il 20 per cento in Siria. Secondo quanto emerge dagli annunci fatti nelle ultime ore, i raid contro i jihadisti in fuga da Falluja sono stati diversi nell'arco di 24 ore tra martedì e ieri sera.
Ma il più importante sembra essere avvenuto nell'area di Ameriya, 23 chilometri a sud di Falluja. Qui, secondo il generale Hamid al Maliki, comandante dell'Aviazione irachena, è stato preso di mira un convoglio di non meno di 700 veicoli. Da parte sua il generale Kassim al Mohammadi, comandante dell'esercito nella regione militare occidentale di Al Jazira, ha dato notizia di altri raid compiuti almeno 50 chilometri a ovest di Falluja su una colonna di jihadisti che cercava di raggiungere il confine con la Siria. «La maggior parte dei jihadisti che si stavano ritirando erano cittadini stranieri», ha detto Al Maliki. Intanto fonti dei servizi anti-terrorismo iracheni hanno detto che le forze governative sono avanzate verso Shirqat, una cittadina posta ad un centinaio di chilometri a sud di Mosul, la "capitale" dello Stato islamico in Iraq. Ma gli attentati continuano a mietere vittime nel cuore di Baghdad. Almeno 12 persone sono rimaste uccise anche oggi, secondo fonti della polizia citate dall'agenzia Ap, in tre esplosioni avvenute in aree commerciali della capitale, una ad opera di un kamikaze.
Tra i civili, quelli che pagano un prezzo più alto sono i bambini.
Il Gazzettino