Una metà, forse qualcuna in meno, ma difficilmente tutte le Organizzazioni non governative riusciranno a trovare un accordo con il ministero dell'Interno. Oggi...
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«DOCUMENTO ILLEGALE»
Ieri la spagnola Proactiva Open Arms ha già annunciato che le posizioni sono troppo distanti, quindi niente da fare. Sea eye e Sea watch, inizialmente molto scettiche, hanno spiegato di continuare ad avere parecchi dubbi e che avrebbero riflettuto durante il weekend per decidere se firmare o meno. La seconda, in particolare, ha comunicato che metterà presto in mare un'altra nave che si aggiungerà a quella già attiva e ha spiegato che il documento è «largamente illegale» e «non salverà vite umane ma avrà l'effetto opposto». Quasi certa, invece, l'adesione delle grandi organizzazioni, come Save the children, Medici senza frontiere e anche le straniere Moas e Sos Mediterranée, ma a patto che il Viminale confermi le modifiche da loro suggerite.
Due riunioni nei giorni scorsi non erano bastate a superare l'empasse e, su alcuni punti, è rimasta aperta opposizione dei volontari. Sono soprattutto l'impegno ad accogliere a bordo la polizia giudiziaria e a evitare il trasbordo di migranti su altre navi, gli elementi più controversi. Venerdì scorso, al termine del secondo incontro, i tecnici hanno predisposto la versione definitiva del Codice, accogliendo alcune richieste e chiarimenti invocati dalle organizzazioni. In particolare, nell'impegno a non trasferire i migranti soccorsi su altre navi, è stata inserita la frase: «eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull'informazione fornita dal capitano della nave». L'altro punto contrastato, quello della polizia a bordo, è stato riformulato sottolineando che la presenza degli uomini in divisa avverrà «possibilmente e per il periodo strettamente necessario». Non è stata accolta la richiesta che i poliziotti a bordo salgano disarmati, e del resto sarebbe impossibile.
MISSIONE CONFERMATA
Il ministro Marco Minniti è comunque intenzionato a far entrare subito in vigore il Codice («è essenziale per la sicurezza del Paese», ha sottolineato) e chi non firmerà dovrà accettare le conseguenze. «Più del 40% dei migranti salvati - ha ricordato - arrivano in Italia su navi delle ong». L'obiettivo è far intervenire nelle acque territoriali la Guardia costiera libica - supportata dagli assetti della missione navale che l'Italia si appresta a varare - per riportare le persone sulle coste del Paese nordafricano. E il premier libico Fayez al Serraj ha voluto confermare nuovamente di aver chiesto all'Italia sostegno logistico e programmi di formazione della guardia costiera e di frontiera, oltre ad attrezzature e armi moderne per le forze armate per salvare la vita ai migranti e per affrontare i trafficanti di esseri umani (ieri, in poche ore, ne sono stati recuperati 285 con tre interventi di soccorso).
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Il Gazzettino