Quel rituale avrebbe dovuto scacciare gli spiriti maligni, regalarle fortuna e ricchezze, garantirle una vita serena: risultato "garantito e sicuro", le avevano detto....
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La tragedia è avvenuta giovedì scorso nella città di Gumi, dove tre donne si sono riunite intorno alle 20 per mettere in atto il loro rituale: avrebbero dovuto passare la notte dormendo in tre bare chiuse non ermeticamente (all'occorrenza, quindi, ognuna avrebbe potuto aprire il coperchio dall'interno). Dopo un paio d'ore una di loro, una donna sulla quarantina di cui non è stato comunicato il nome, è uscita dicendo di sentire molto caldo e di non riuscire a respirare bene. Le altre due, però, sono riuscite a convincerla a continuare a stare nella bara e a non arrendersi alle difficoltà che quella prova comportava: alla fine sarebbe stata ricompensata dalla fortuna e la sua vita avrebbe preso una svolta positiva.
Una svolta talmente positiva che la mattina successiva, intorno alle 6.30, una delle sue amiche si è svegliata e l'ha trovata morta: era soffocata senza neanche rendersene conto, probabilmente vittima di un colpo di calore, come ipotizza la polizia che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta. La terza donna se l'è cavata probabilmente per un pelo, visto che la sua amica che si era svegliata l'ha trovata in condizioni di grande difficoltà respiratoria: un po' di spavento, il ricovero in ospedale, ma ne è uscita comunque viva. Ora, però, la posizione delle due sopravvissute potrebbe farsi difficile, visto che i magistrati sembrano orientati a incriminarle per negligenza in relazione alla morte della loro amica. Con l'aggravante che, tra tutti i periodi in cui avrebbero potuto celebrare questo pericoloso rituale, hanno scelto il peggiore, vista l'ondata di calore che, con punte di 40 gradi, si è abbattuta sulla Corea del Sud. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino