Trump-Biden, il presidente: «Se perdo Wall Street crollerà». Biden: «Non sono io quello corrotto»

NEW YORK - La pandemia, il razzismo, l’ambiente, l’immigrazione. Donald Trump e Joe Biden si sono fronteggiati a Nashville, in Tennessee, per...

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NEW YORK - La pandemia, il razzismo, l’ambiente, l’immigrazione. Donald Trump e Joe Biden si sono fronteggiati a Nashville, in Tennessee, per il secondo e ultimo dibattito prima del voto del 3 novembre. Guidati con mano ferma dalla giornalista della Nbc Kristen Welker, i due contendenti sono stati più disciplinati ed efficaci di quanto non lo fossero stati nel primo dibattito, a Cleveland.

 

Trump-Biden, i temi chiave

 

Il presidente soprattutto è apparso più civile di tre settimane fa, merito forse del fatto che quando superava il tempo concessogli, il suo microfono veniva automaticamente silenziato. Questo non vuol dire che non ci siano stati momenti di particolare vivacità e durezza, ma alla fine più o meno tutti hanno convenuto che Trump abbia dato il meglio di sé, e che Biden sia riuscito a tenergli testa in modo convincente anche se almeno otto volte nel corso della serata lo si è potuto sentire ricadere brevemente nella balbuzie di cui soffre sin da bambino.

Come ha titolato il New York Times, è stato anche chiaro che i due uomini hanno ​«una visione profondamente diversa dell’America». Trump ha tentato di ripresentarsi come l’outsider, come nel 2016, e ha più volte accusato Biden di non essere altro che «un politico», e di «parlare e fare promesse, dopo che è stato al Senato e poi vicepresidente e allora non ha fatto nulla».

 

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Il vaccino

 

Il presidente ha inaugurato la serata con la solita lista di presunti suoi successi: ​«Avremo il vaccino fra poche settimane e lo faremo distribuire dai militari», «Stiamo svoltando l’angolo con la pandemia, stiamo abituandoci a viverci insieme, stiamo facendo molto bene, il 99,9% dei giovani guarisce», ​«Dobbiamo riaprire, New York è diventata un città fantasma». Biden gli ha risposto gelidamente: ​«Non stiamo imparando a viverci, stiamo imparando a morire!», ​«Chiunque abbia permesso la morte di 240 mila americani non merita di essere presidente!».

 

Le accuse

 

Trump è andato riscaldandosi nel corso della serata, e ha più volte puntato un dito contro Biden, accusandolo di corruzione e collegandolo agli affari del figlio Hunter in Ucraina. Biden era evidentemente preparato, ed è stato risoluto: ​«Non ho mai preso un centesimo da un Paese straniero, ho fatto il mio lavoro in modo impeccabile, non c’è mai stato nulla fuori posto. Ho reso pubbliche le mie tasse degli ultimi 22 anni. Perché lei non rende pubbliche le sue?» Spesso però Biden ha scelto di ignorare gli attacchi di Trump, e di rivolgersi direttamente alla tv, parlando agli elettori, come quando ha ammesso che la legge sulla criminalità del 1994, di cui lui stesso da senatore fu uno degli sponsor, ha avuto l’effetto di incarcerare un’immensa quantità di giovani di colore, spesso per crimini non violenti: «E’ stato un errore, non lo sapevamo allora, ma ho capito che non possiamo imprigionare qualcuno solo per uso di droga, dobbiamo invece aiutarlo a guarire».

 

Razzismo

 

A differenza di Trump, Biden ha ammesso che negli Usa esiste ​«un razzismo istituzionale, e non importa se fai 300 mila dollari all’anno o se vivi al di sotto del livello di povertà, se sei un uomo afro americano hai paura di essere fermato dalla polizia».

 

Ambiente

 

Diverse le posizioni anche sull’ambiente, con Trump che difendeva il petrolio e vantava l’autonomia energetica degli Usa conquistata sotto la sua presidenza, e Biden che non solo ha caldeggiato il progressivo svezzarsi dal petrolio ma il finanziamento di energia solare e eolica, che ​«offriranno posti di lavoro ben pagati».

 

Obamacare

 

Trump ha poi insistito sulla necessità di abolire l’Obamacare, e sostituirla ​«con una nuova bellissima assicurazione», una promessa che ripete da quando è stato eletto, senza mai però presentare una legge sostitutiva. Il presidente ha quindi accusato Biden di volere una ​«sanità pubblica, che obbligherebbe i 180 milioni che hanno l’assicurazione privata, e ne sono contenti, a doverci rinunciare». Biden ha ironizzato, contro Trump, suggerendo che lo aveva scambiato per il socialista Bernie Sanders: ​«Non sai contro chi stai correndo, io sono Joe Biden, io voglio solo far sì che tutti siano assicurati, l’assicurazione medica è un diritto, non un privilegio di chi può permettersela».

 

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Immigrazione

 

Ma forse il momento più caldo della serata è stato quello sull’immigrazione. Proprio ieri è stato ammesso dal governo federale che 545 bambini che erano stati separati dai genitori migranti alla frontiera sono ora di fatto orfani, perché non si riesce più a rintracciarne la famiglia. Biden, che ha promesso una legge per la regolarizzazione dell’immigrazione clandestina, ha definito la condizione di quei bambini​ «un atto criminale». Trump qui si è difeso malamente, tentando di sostenere che comunque quei bambini sono ​«ben curati, tenuti in ambienti molto puliti».

Vari commentatori hanno dopo sottolineato che quella affermazione è stata la più sgradevole e indimenticabile detta dal presidente nella serata. Considerato il distacco che Trump sta soffrendo attualmente nei sondaggi, non pare che il dibattito di ieri sera possa diventare un fattore determinante per un suo riscatto sulla volata finale e una sua vittoria. Il fatto che abbia dato una performance più convincente non è parso sufficiente per fargli risalire gli oltre dieci punti di svantaggio. E se Biden non è stato particolarmente brillante, alla fin fine si è comunque difeso bene ed è stato chiaro.

Il dibattito insomma non sembra aver cambiato le carte in tavola, anche se tutti coloro che lo hanno seguito hanno tirato un grande sospiro di sollievo al confronto con quello di Cleveland: ​«Questa volta sono riuscito a sentire tutto, ogni parola!» è stata la prima reazione contenta dell’ex governatore della Carolina del sud Mark Sanford, un repubblicano oggi commentatore per la Cnn.​

 

 

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Il Gazzettino