Desert Air 2023, esercitazione in Giordania: la US Air Force al fianco della Royal Jordan Air e degli eurofighter tedeschi

Desert Air 2023, esercitazione in Giordania: gli eurofighter tedeschi con la Royal Jordan Air Force e la US Air Force
Mentre in Israele il conflitto rischia di allargarsi coinvolgendo l'Iran, oltre confine, in Giordania, è in corso l'esercitazione Desert Air 2023 (DeAi23) che...

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Mentre in Israele il conflitto rischia di allargarsi coinvolgendo l'Iran, oltre confine, in Giordania, è in corso l'esercitazione Desert Air 2023 (DeAi23) che coinvolge la Germania, gli Stati Uniti e il paese ospitante. partner strategico della Nato per il Medio Oriente. Si tratta di una esercitazione multinazionale che durerà fino al 3 novembre 2023 con gli Eurofighter Luftwaffe schierati al fianco della Royal Jordan Air Force (RJAF) e della US Air Force (USAF).

 

 

 

La flotta di Berlino

 

La flotta aerea di Berlino è composta da sei aerei da caccia Eurofighter della Luftwaffe e da un totale di 80 tra donne e uomini. L’esercitazione, che era pianificata da tempo (molto prima dell'inizio del conflitto in Israele), prevede l'utilizzo di uno scenario fittizzio con più voli di addestramento al giorno e operazioni aria-aria e aria-terra. 

 

 

 

 

Lo scopo dell'esercitazione

Oltre alla cooperazione con il partner Nato degli Stati Uniti, l'attenzione è rivolta alla prima esercitazione in assoluto degli Eurofighter tedeschi con la Royal Jordan Air Force (RJAF) in Giordania. Ciò sottolinea che la Giordania sia tuttora considerato un importante partner strategico in Medio Oriente. Nell’ambito della coalizione di forze internazionali impegnata nella lotta contro l’organizzazione terroristica Stato islamico, la Bundeswehr partecipa alle missioni Counter Daesh (CD) e Capability Building Iraq (CBI) e la Giordania svolge il ruolo di hub nell’area operativa. 

 

 

La posizione del Re di Giordania

«Quello che sta facendo Israele a Gaza sono crimini di guerra, e l'unica soluzione è riconoscere alla Palestina la sua terra». Lo ha detto il re di Giordania Abdallah II al vertice per la pace in corso al Cairo. «Attaccare chiese, uccidere i civili a Gaza e in Cisgiordania, è una punizione collettiva, un crimine di guerra. Come pure l'assedio che impone la fame ai civili e li priva dei generi di prima necessità, come il trasferimento, interno od esterno, dei palestinesi. Inoltre, dà l'idea che l'applicazione delle leggi internazionali sia opzionale. Infine, si intravede il pericolo di una guerra confessionale. L'unica soluzione è riconoscere alla Palestina un proprio territorio secondo le leggi internazionali», ha concluso Abdallah II.

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Il Gazzettino