OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Le richieste di interviste erano talmente tante, che Anthony Fauci non sapeva come destreggiarsi. All'inizio della pandemia il virologo "in chief" della Casa Bianca ha dovuto rispondere a tantissime email e rifiutare altrettante interviste. È il Washington Post a pubblicare i messaggi inediti dopo averne fatto richiesta in base al Freedom of Information Act. Dalla stampa italiana ricevette anche l'invito a co-firmare un editoriale e, rivolto al suo staff, Fauci chiese: «Come facciamo a dire gentilmente di no a questo tizio?». C'è questo e altro nelle 866 pagine di email inedite di Fauci. La corrispondenza, che va dal marzo all'aprile del 2020, getta luce sulle pressioni alle quali era sottoposto il direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases degli Stati Uniti nelle prime e frenetiche settimane dell'emergenza Covid, quando Fauci faticava a farsi ascoltare dall'allora presidente Donald Trump, che tendeva a minimizzare la gravità della situazione.
Le email con la Cina
In uno scambio del 28 marzo con George Gao, uno dei responsabili sanitari cinesi, lo stesso Gao si scusa con Fauci dopo un'intervista rilasciata a Science.
Dopo che Fauci ricevette una serie di minacce da alcuni sostenitori di Trump, che lo accusavano di essere favorevole alle misure restrittive che avevano prtato alla chiusura delle scuole e di molte attività produttive, è ancora Gao, che è anche membro della National Academy of Sciences Usa, a scrivere l'8 aprile al collega americano. «Spero che tu stia bene in questa situazione così irrazionale». «Grazie per la tua mail - è la risposta di Fauci, tre giorni dopo - va tutto bene, nonostante qualche pazzo». Le minacce spinsero le autorità Usa ad assegnare a Fauci una scorta.
Leggi l'articolo completo suIl Gazzettino