Virus Usa, allarme della commissione del Congresso: «Negli Stati Uniti catastrofe sanitaria»

Virus Usa, allarme della commissione del Congresso: «Negli Stati Uniti catastrofe sanitaria»
L'America è nel mezzo di una «catastrofe sanitaria». Non usa mezzi termine il presidente della commissione speciale del Congresso che indaga sulla risposta...

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L'America è nel mezzo di una «catastrofe sanitaria». Non usa mezzi termine il presidente della commissione speciale del Congresso che indaga sulla risposta alla pandemia dell'amministrazione Trump. Davanti al virologo Anthony Fauci e al direttore dei Cdc (Centri di controllo e prevenzione delle malattie) Robert Redfield, James Clyburn critica duramente la Casa Bianca per la mancanza di «una strategia nazionale per proteggere gli americani. Quello che serve - dice - è un piano che dia priorità alla scienza sulla politica». 


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Fauci e Redfiled ascoltano l'attacco nella consapevolezza degli oltre 150.000 americani che hanno perso la vita a causa del virus e dei quasi 4,5 milioni di contagi, per l'esattezza 4,46. Numeri da far spavento tornati a correre nelle ultime settimane con l'identificazione di nuovi cluster in Florida, Texas e California nonostante le rassicurazioni di Donald Trump. Il tycoon da giorni ripete come il balzo dei casi sia legato all'elevato numero di test effettuato, talmente alto da essere «invidiato da tutto il mondo». L'analisi presidenziale è però smontata seccamente da Bill Gates. Il filantropo miliardario boccia il sistema di test americano: è uno «spreco completo» perchè ci vuole troppo tempo per ottenere i risultati complicando così la battaglia al virus. «È uno spreco totale. Di tutti i test che facciamo la maggioranza è solo un spreco completo», afferma Gates in un'intervista a Cnbc. Critiche che non smuovo di un millimetro Trump. Durante l'audizione sulla risposta dell'amministrazione alla pandemia, il presidente torna proprio a ribadire come gli Usa siano avanti nei test. «Qualcuno può dire a Clybunr che il grafico che mostra più casi negli Usa che in Europa è dovuto al fatto che noi facciamo molti più test che in qualsiasi altro paese al mondo», cinguetta il presidente. 
 

Ben più razionale e precisa la spiegazione di Fauci sul perchè l'Europa è riuscita ad appiattire la curva dei contagi e a vedere scendere i casi. «Nei paesi europei mentre il virus si diffondeva è stato realmente messo in lockdown il 95% delle attività sociali, mentre negli Stati Uniti circa il 50%». E quando gli Stati Uniti hanno iniziato a «riaperto il Paese di nuovo, soprattutto negli stati del sud abbiamo visto 50 mila, 60 mila, 70 mila nuovi casi al giorno», aggiunge il super esperto cercando di evitare la polemica con il deputato repubblicano Jim Jordan, che lo incalza sulla differenza in termini di diffusione del virus fra gli assembramenti in chiesa e quelle in strada per le proteste delle ultime settimane. Abilmente Fauci si smarca: «tutti gli assembramenti vanno evitati», spiega pacato dicendosi allo stesso tempo «moderatamente ottimista» sul fatto che un vaccino americano sarà pronto per la fine del 2020 e sarà disponibile per tutti gli americani che ne avranno bisogno. Sul fronte dei vaccini, gli Usa intanto continuano a muoversi: dopo l'accordo con Pfizer, un'intesa da 2,1 miliardi di dollari è stata raggiunta con Sanofi e GlaxoSmithKline per 100 milioni di dosi di vaccino.​ Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino