Torna l'incubo coronavirus in Cina: la contea di Jia, nella provincia dell'Henan che confina a sud con quella dell'Hubei, epicentro della pandemia, è stata...
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Nella contea, secondo un modello ampiamente sperimentato, tutte le aziende sono state chiuse, ad eccezione di quelle strategiche: dalle utility a quelle che producono materiale sanitario, dagli operatori della logistica alle aziende attive nel settore alimentare. Disposta, invece, l'apertura dei servizi primari tra supermercati, farmacie, stazioni di benzina ed hotel, mentre un solo componente per famiglia sarà autorizzato a uscire ogni due giorni per acquistare beni necessari. La temuta ondata di ritorno in Cina, oltre che col fenomeno dei casi importati dall'estero, è legata alla diffusa presenza degli asintomatici, di coloro cioè che risultano contagiati dal Covid-19 ma che non mostrano (e non è detto che accada in futuro) i segnali tipici dell'infezione.
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Zhong Nanshan, uno dei massimi epidemiologi cinesi impegnato nella lotta alla Sars del 2003, ha affermato la scorsa settimana in un'intervista ai media statali che ogni asintomatico può potenzialmente infettare «da 3 a 3,5 persone». Sia online che attraverso varie istituzioni si è rafforzato il pressing sulle autorità sanitarie centrali per diffondere il numero degli asintomatici.
Oggi c'è stata la prima volta, con la comunicazione della Commissione sanitaria nazionale: 130 nuovi casi per totali 1.367 persone tenute sotto osservazione. L'allerta è aumentata su scala generale dopo diversi episodi, tra cui uno relativo al weekend citato dalle autorità sanitarie locali secondo cui una donna è rimasta contagiata, proprio nell'Henan, dopo essere stata a stretto contatto con tre asintomatici. Che, a differenza di Corea del Sud e Giappone, la Cina somma alle infezioni complessive ufficiali soltanto se si manifestano i sintomi in modo chiaro.
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Il Gazzettino