L'ex superstar Nba Dennis Rodman è tornato oggi a Pyongyang da «suo fratello» Kim Jong-un, fiducioso di poter «aprire una porta» di dialogo, in...
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Ma la liberazione è stata accompagnata da una notizia drammatica: il ragazzo è in coma da un anno - anche se alla famiglia è stato comunicato solo una settimana fa - da poco dopo l'ultima apparizione pubblica nel processo a Pyongyang di marzo 2016 in cui confessò in lacrime di aver «rubato» uno degli striscioni della propaganda dall'hotel nel quale risiedeva. Una 'bravatà, considerata dal tribunale nordcoreano come un atto contro lo Stato, che gli costò la condanna a 15 anni di lavori forzati. Le autorità del Nord hanno spiegato che Warmbier, il cui arrivo negli Usa è atteso in serata, è finito in coma per aver ingerito una pillola per favorire il sonno dopo un attacco di botulismo. Eppure Rodman, nel breve passaggio di transito all'aeroporto di Pechino, ha escluso che il proposito della visita, la prima dal 2014 e la quinta in tutto, potesse legarsi alla liberazione dei cittadini Usa, aggiungendo di essere «piuttosto sicuro di poter fare qualcosa di molto importante» e preannunciando un'indefinita sorpresa.
«Sono sicuro che lui è piuttosto felice del fatto che io sono qui per tentare di raggiungere qualcosa di cui entrambi abbiamo bisogno», si è limitato a dire l'eccentrico ex giocatore, con 5 titoli Nba tra Detroit Pistons e Chicago Bulls, prima di imbarcarsi per il Nord quando gli è stato chiesto se avesse avuto un colloquio con il presidente Usa Donald Trump (i due solo legati da Celebrity Apprentice, format tv che il tycoon ha lasciato nel 2015 prima di cominciare la campagna per la Casa Bianca).
Il Gazzettino