La Corea del Nord ha liberato i tre detenuti americani come «segnale tangibile» della volontà di migliorare i rapporti con Washington: la missione a Pyongyang...
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Trump ha escluso che il summit possa tenersi lungo il confine intercoreano - come è accaduto a Panmunjom il 27 aprile tra Kim e il presidente sudcoreano Moon Jae-in - lasciando sul tavolo allo stato l'unica opzione ufficiosamente rimasta che è Singapore. Il luogo del summit sarà annunciato ufficialmente nei prossimi giorni, e Pompeo non ha escluso che possa durare più di un giorno solo: «Nei piani, l'incontro sarà di un giorno, ma nel caso ci fossero più cose da discutere, c'è la possibilità che sia esteso anche ad una seconda giornata», ha fatto sapere il segretario di Stato americano.
Lasciata la Corea del Nord, l'aereo di Pompeo con i tre americani liberati ha fatto scalo nella notte alla base americana di Yokota, alle porte di Tokyo, prima di proseguire verso la Andrews Air Force Base, vicino alla capitale Usa. E Trump ha «apprezzato» la mossa di Kim, «un gesto positivo di benevolenza», ha chiarito la Casa Bianca in una nota. Era d'altra parte una delle condizioni imposte dagli Stati Uniti per il summit fra i due leader.
Ma chi sono i tre rilasciati? Nel 2015, Kim Dong-chul, americano di origine coreana, fu arrestato per spionaggio e condannato l'anno successivo a 10 anni di lavori forzati. Nel 2017, invece, è stata la volta di Kim Hak-song, professore alla Pyongyang University of Science and Technology, e Kim Sang-dok, invitato a insegnare contabilità alla stessa università. Per loro due l'accusa è stata di imprecisati «atti ostili» contro la il Paese eremita.
La disavventura dei tre si è chiusa con il lieto fine, a differenza di quanto capitato nel giugno 2017 a Otto Warmbier, studente di 22 anni della University of Virginia detenuto per 17 mesi e accusato di essersi appropriato di uno striscione della propaganda custodito in un albergo di Pyongyang: liberato in stato di coma, morì pochi giorni dopo il rientro negli Usa. Da Tokyo intanto i leader di Giappone, Corea del Sud e Cina hanno ribadito alla prima riunione della Trilaterale in oltre due anni l'impegno «a rendere effettivi» i risultati raggiunti dal summit di Panmunjom, dal processo di completa denuclearizzazione alla pace permanente sulla penisola, che sono «nei nostri reciproci interessi e responsabilità».
La nota congiunta sollecita tutti gli sforzi possibili per il successo del vertice Trump-Kim, hanno convenuto i premier nipponico e cinese, Shinzo Abe e Li Keqiang, e il presidente sudcoreano Moon Jae-in. «Tutti pensano che io meriti il premio Nobel per la pace», ha detto in serata Donald Trump rispondendo ai giornalisti a proposito del disgelo in atto con la Corea del Nord. «Tutti lo pensano - ha aggiunto - ma io non lo direi mai, perché l'unico premio che voglio è una vittoria per il mondo».
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Il Gazzettino