Migranti, console francese vende barconi a rifugiati

Migranti, console francese vende barconi a rifugiati
La Francia ha sospeso il proprio console onorario nella città portuale turca di Bodrum dopo che un servizio della Tv France 2 l'ha mostrata in un negozio di sua proprietà...

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La Francia ha sospeso il proprio console onorario nella città portuale turca di Bodrum dopo che un servizio della Tv France 2 l'ha mostrata in un negozio di sua proprietà mentre vendeva barconi ai migranti. Come riferisce la Bbc le immagini, girate di nascosto, mostrano Francoise Olcay che vende imbarcazioni e giubbotti salvagenti ai rifugiati, che sperano di raggiungere le isole greche.




Ammettendo il suo coinvolgimento nel commercio, la donna si è difesa sostenendo che nel traffico sono coinvolte anche le autorità turche locali e alla domanda sul perché lei non abbia smesso di vendere le forniture ai migranti, ha risposto che se lo avesse fatto, altri avrebbero preso il suo posto e gli articoli sarebbero stati comprati altrove.



La notizia sta creando grande imbarazzo al ministero degli Esteri francese. Parigi ha ricordato che i consoli onorari non sono membri del corpo diplomatico, l'incarico è volontario, non retribuito e compatibile con lo svolgimento di altre attività. incluse quelle commerciali.



Tuttavia le immagini di France 2, girate da un reporter che stava indagando su dove i migranti di Bodrum acquistino le loro forniture, mostrano un grande magazzino con tanto di bandiera francese e targa ufficiale «Agence Consulaire de France». Negli ultimi mesi migliaia di rifugiati hanno usato Bodrum, sulla costa mediterranea della Turchia, come un punto di accesso per realizzare il loro sogno di raggiungere l'Europa.



Tuttavia, i corrispondenti dicono che il numero di partenze sembra essere in lieve calo dopo che la polizia turca ha intensificato i pattugliamenti in seguito alla morte di Alan Kurdi, il bimbo di tre anni il cui corpo riverso sulla spiaggia è stato immortalato in uno scatto che ha fatto il giro del modo suscitando l'indignazione internazionale.
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Il Gazzettino