Congo, Oxfam: 13 milioni di persone allo stremo a causa di Ebola, guerra e carestia

Operatori di Oxfam in una chiesa in Congo
Tredici milioni di congolesi allo stremo, senza cibo e con quasi nessun accesso all'acqua pulita, dipendono dagli aiuti umanitari per la loro sopravvivenza: è...

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Tredici milioni di congolesi allo stremo, senza cibo e con quasi nessun accesso all'acqua pulita, dipendono dagli aiuti umanitari per la loro sopravvivenza: è l'allarme lanciato oggi da Oxfam.


La ong denuncia tra l'altro una «crescita esponenziale» dei casi di Ebola nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo: più di 280 persone sono morte dallo scorso agosto, le persone infette sono quasi 500 ed i casi continuano ad aumentare. Dopo quella del 2014, si legge in un comunicato dell'organizzazione, è la più grave epidemia che il mondo abbia mai visto. E poi: quasi sei milioni di persone stanno rimanendo senza cibo a causa del conflitto in corso. Ma non solo: gli sfollati sono oltre 4,5 milioni, quasi 100 mila in fuga dal conflitto in Sud Sudan. Si stima che negli ultimi 20 anni abbiano perso la vita 6 milioni di persone.

A Natale, prosegue la nota, Oxfam lancia una campagna di raccolta fondi per ridare speranza a milioni di persone che hanno perso tutto.

A oggi la sanguinosa guerra civile in corso nel Paese e il nuovo picco epidemico di Ebola hanno costretto oltre 4,5 milioni di uomini, donne e bambini a lasciare le proprie case per sfuggire alla violenza e al contagio nelle zone più colpite, nella Provincia di Nord-Kivu e dell'Ituri. «Molte famiglie sono scappate da qui, forse torneranno quando l'epidemia sarà finita», racconta una delle beneficiarie del lavoro di Oxfam.

Nel frattempo milioni di persone, senza più nulla, sono costrette a rifornirsi da fonti di acqua sporca, con il rischio di aumentare la diffusione del colera che già conta circa 26 mila casi. «In tutto il Paese in questo momento stiamo soccorrendo 400mila persone, per garantire al maggior numero possibile di sfollati l'accesso al cibo, all'acqua potabile ai servizi igienico-sanitari», ha spiegato il responsabile dell'ufficio umanitario di Oxfam Italia, Riccardo Sansone. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino