Cleo Smith, Terry Kelly non era solo: «In casa c'era una donna, mi vestiva e mi pettinava»

La piccola di 4 anni è stata trovata sana e salva la notte del 3 novembre, dopo essere stata rapita il 16 ottobre dalla tenda dove era in campeggio con la famiglia

«Io l'ho detto subito, da solo non sarebbe mai stato in grado di accudire una bambina piccola. Non ha fatto tutto da solo, qualcuno lo ha aiutato»: la vicina di...

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«Io l'ho detto subito, da solo non sarebbe mai stato in grado di accudire una bambina piccola. Non ha fatto tutto da solo, qualcuno lo ha aiutato»: la vicina di casa di Terry Kelly commentava ieri su tutte le tv australiane il colpo di scena nell'affare Cleo Smith. La piccola di 4 anni è stata trovata sana e salva la notte del 3 novembre, dopo essere stata rapita il 16 ottobre dalla tenda dove era in campeggio con la famiglia, sulla costa occidentale dell'Australia.

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Cleo, in casa anche una donna

Cleo sta bene, è tornata da mamma Ellie, dalla sorellina Isla, dal patrigno Jake. Ma il caso non è chiuso. Ieri la piccola, interrogata da esperti inviati a casa sua a Carnarvon da Perth, quasi mille chilometri più a sud, ha detto che in quei 18 lunghi giorni passati nella villetta di Terry Kelly, piena zeppa di bambole Bratz che lo strano e taciturno 36enne collezionava con una passione ossessiva, a prendersi cura di lei c'era stata «anche una donna». «Veniva a casa, mi vestiva, mi spazzolava i capelli» avrebbe detto Cleo agli psicologi. La polizia di Carnarvon non ha confermato, o meglio: ha rifiutato qualsiasi commento. Ma la squadra speciale di inquirenti che aveva lavorato per trovare Cleo, è tornata di nuovo da Perth. Ieri il sergente Cameron Blaine, ormai noto a tutti, con le larghe spalle, la voce rassicurante, il primo a entrare nella stanza dove è stata trovata la bambina, è tornato nella villetta in cui aveva fatto irruzione il 3 novembre.

Le ricerche

Sono ricominciate le ricerche di indizi, di tracce di Dna. Quando avevano arrestato Terry Kelly, con l'accusa di sequestro di minore, avevano detto: «Ha agito da solo, non ci risultano complici». Ma molti abitanti di Brockman, il quartiere popolare a nord di Carnarvon, dove vivono quasi esclusivamente aborigeni, non ci hanno mai creduto. Per alcuni, ci sarebbe addirittura una rete dietro il rapimento della piccola. Altri evocano un possibile ricatto nei confronti della madre Ellie, che avrebbe avuto problemi di droga.

Sono solo alcune delle voci che hanno accompagnato queste settimane. La polizia ha sempre smentito tutto, e raccontato molto poco. Nessuno ha incassato la taglia da un milione di dollari australiani promessa a chi avrebbe aiutato a trovare Cleo. Eppure, dicono, è stato un uomo, con una telefonata, a mettere gli agenti sulla pista giusta, quella della casa a Tonkin Crescent di Terry Kelly.

Possibili complici

Da quando è stata evocata la possibilità di un o più probabilmente una complice, la polizia ha solo fatto sapere di aver avviato verifiche più approfondite sui cellulari di Kelly. Ce ne sarebbero almeno tre. Uno che conferma la sua presenza vicino al campeggio la sera del rapimento, altri due trovati in casa.

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Particolare attenzione ieri era riservata anche a una Mazda Suv parcheggiata davanti alla casa. La proprietaria è una donna. Il sergente Blaine ha confermato che le indagini puntano ora a chiarire se qualcun altro ha preso parte al rapimento, quale sia stato il suo ruolo. «Chiunque abbia visto, incrociato, parlato, di persona o al telefono, con Terry Kelly durante i giorni del rapimento deve dircelo» ha detto ieri in tv il poliziotto: «Siamo di nuovo qui per chiarire se c'era qualcun altro con Cleo». Kelly è arrivato qualche giorno fa in manette alla prigione di Casuarina, a sud di Perth.
Nuovi particolari sono emersi sulla sua vita: abbandonato a due anni dalla madre tossicodipendente, è stato cresciuto da una donna, a sua volta reduce da una vita con problemi di droga, cui erano stati tolti i sei figli. «Quel bambino è stato per un dono del cielo» diceva qualche tempo fa la donna, aborigena come Kelly, intervistata in tv. Tutti consideravano Kelly un taciturno solitario, magari un po' strano, ma mai violento.

Sono stati i social a rivelare le sue ossessioni: per le bambole, ma anche per i bambini, raccontava di avere una famiglia numerosa che in realtà non esiste. «Forse non c'è nessuna donna - dicevano ieri alcuni vicini di casa - forse era solo lui, travestito».

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Il Gazzettino