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E' (ancora) braccio di ferro tra Oms e Cina sull'origine della pandemia. La Cina ha garantito che sta ancora negoziando con l'Organizzazione mondiale della sanità le date e l'itinerario per una visita di esperti internazionali che dovranno esaminare le origini del Covid-19. Ma il capo dell'agenzia mondiale per la sanità ha criticato Pechino per non aver dato i permessi per la missione. La posizione della Cina «è sempre stata aperta e responsabile», ha sottolineato il portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, secondo cui il loro Paese è in stretta collaborazione con l'Oms. Tuttavia, «le date e l'itinerario devono essere finalizzati», ha specificato.
«La situazione è molto complessa. Per garantire che il lavoro del gruppo di esperti globali in Cina abbia successo e per attuare le procedure necessarie e i relativi piani concreti, entrambe le parti sono ancora in trattative», ha raccontato Hua durante una conferenza stampa. «Gli esperti cinesi di malattie infettive sono attualmente impegnati con più cluster su piccola scala e focolai segnalati nelle ultime due settimane», ha aggiunto facendo così intuire che al momento la visita dell'Oms non è una priorità.
«A Wuhan ci furono 500mila contagi e non 50mila». Lo studio choc degli scienziati cinesi
«I nostri esperti partecipano con tutto il cuore alla stressante battaglia per controllare l'epidemia», ha poi detto Hua Chunying. Un team internazionale di esperti avrebbe dovuto visitare la città centrale di Wuhan a gennaio, dove la pandemia è comparsa per la prima volta ormai più di un anno fa.
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Il Gazzettino