Cina, legame consolidato con la Russia? Pechino risponde alla minaccia Usa: «Trucchi per gettare fango»

Il segretario di Stato americano Wendy Sherman ha attaccato Pechino perché «sostiene la Russia» nella sua invasione all'Ucraina

Tensione Cina-Usa sull'Ucraina. Pechino: «Ci accusano, ma è un vecchio truppo per gettare fango»
I rapporti tra Stati Uniti e Cina non erano così tesi da tempo. Joe Biden e Xi Jinping non si attaccano direttamente, ma gli esponenti del governo sì. E lo fanno...

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I rapporti tra Stati Uniti e Cina non erano così tesi da tempo. Joe Biden e Xi Jinping non si attaccano direttamente, ma gli esponenti del governo sì. E lo fanno senza mezzi termini. Il segretario di Stato americano Wendy Sherman ha attaccato Pechino perché «sostiene la Russia» nella sua invasione all'Ucraina. Dall'altra parte risponde il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian (che ha più volte attaccato Washington) dicendo che tali accuse «sono un cliché e un vecchio trucco per gettare fango». La tricotomia della relazione «competitiva-collaborativa-avversaria» con la Cina, «come Pechino ha affermato molte volte, è il camuffamento utilizzato dagli Usa per prendere di mira la Cina», ha osservato Zhao.

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La diplomazia di Xi

Il mondo «dovrebbe rispettare la sovranità e l'integrità territoriale» di ogni Paese, tenendo però nella considerazione dovuta «le legittime preoccupazioni di tutti». Aprendo il forum di Boao, considerato la Davos d'Asia, Xi Jinping nel pieno della crisi ucraina lancia quella che ha definito «iniziativa per la sicurezza globale» e per costruire «un brillante futuro attraverso la cooperazione». E, pur senza mai fare riferimento agli Stati Uniti o ai suoi alleati, ha spiegato come l'obiettivo da perseguire nel contesto internazionale dovrebbe essere sempre più quello di una «sicurezza indivisibile».

Un principio ben noto e già avallato da Mosca proprio per giustificare l'invasione dell'Ucraina, motivata con la minaccia di un'espansione ad est della Nato. Xi, che finora sul fronte della crisi non ha preso una posizione netta, ha però ribadito come Pechino si opponga con forza alle sanzioni unilaterali (quello che ha definito «il braccio lungo della giurisdizione»), così come alla politica dei «doppi standard». Convinta, ha aggiunto, che il «disaccoppiamento economico» e le tattiche di pressione volte a tagliare le catene di approvvigionamento sono strumenti che «non funzioneranno».

Insomma, per il leader cinese bisogna dire basta «alla mentalità della Guerra Fredda», il cui risultato è solo quello di «minare il quadro di pace globale»: la logica dell'egemonia e le politiche di potere «sono solo un danno», ha affermato Xi, mentre «la costituzione di blocchi rischia di aumentare le sfide alla sicurezza». Al contrario per il leader di Pechino «dovremmo sostenere il principio dell'indivisibilità della sicurezza», vale a dire «costruire un'architettura equilibrata, efficace e sostenibile ed opporci invece alla costruzione di una sicurezza nazionale che si basi sull'insicurezza di altri Paesi». 

 

 

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Il Gazzettino