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Una coppia di anziani (entrambi positivi) infrange le regole di quarantena e si gode i siti turistici della Cina: così è diventata il fulcro dell'ultimo cluster Covid-19 del paese, spingendo le autorità a intraprendere un massiccio esercizio di tracciamento e test dei contatti. La Cina, l'ultima resistenza di diversi cosiddetti paesi “Covid Zero” che cercano di eliminare il virus, sta assistendo a un altro focolaio. La rinascita, questa volta nelle sue province nordoccidentali, arriva pochi giorni dopo che la Cina ha contenuto due focolai separati della variante Delta nelle sue province nord-orientali e costiere.
La Cina testerà migliaia di campioni di sangue di Wuhan per scoprire l'origine del virus
L'ultima ondata di casi è stata collegata a due docenti universitari in pensione di Shanghai, che hanno iniziato un viaggio con molti altri amici all'inizio di ottobre e sono stati trovati infetti giorni dopo nella provincia dello Shaanxi, secondo i resoconti dei media locali.
I due sono partiti comunque, senza informare le autorità, e hanno proseguito per lo Shaanxi. Il giorno dopo sono stati nuovamente testati e sono risultati infetti. Mentre aspettavano quel risultato, hanno viaggiato per la capitale della provincia di Xi'an e hanno visitato molti punti panoramici. La provincia dello Shaanxi ha successivamente riportato diverse infezioni, con la Mongolia interna e il Gansu che hanno entrambi segnalato nuovi casi martedì.
Sebbene piccolo rispetto ai focolai nella maggior parte dei paesi, il cluster - circa 20 infezioni identificate finora - sottolinea ancora che la sfida al virus è complessa. La variante Delta è ancora presente in tutto il mondo ed è molto aggressiva.
Xi'an, la capitale dello Shaanxi che ospita 13 milioni di persone e sede dell'Esercito di Terracotta, si sta preparando a lanciare test in tutta la città, secondo il Global Times. Ejina, una contea nella Mongolia interna occidentale dove sono state riscontrate ulteriori infezioni, ha deciso di testare tutti i residenti e i visitatori per Covid-19 a partire da martedì. Il rischio è che l'epidemia si diffonda ulteriormente. Un altro caso è stato segnalato martedì nella provincia meridionale cinese di Hunan, a più di 1.000 chilometri di distanza dalle province nordoccidentali, sebbene la persona provenisse dal Gansu.
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Il Gazzettino