In Cile, temporali e frane hanno contaminato uno dei principali corsi d'acqua, costringendo le autorità a chiudere i rubinetti ad almeno quattro milioni di persone...
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Anche Aguas Andinas, l'azienda di servizi sanitari che si occupa dell'approvvigionamento idrico e fognario di Santiago, ha spiegato come le riparazioni necessarie agli impianti siano piuttosto complicate e non è ancora chiaro quando si potrà tornare alla normalità. Intanto la situazione meteorologica resta preoccupante e le frane si susseguono a ripetizione in lassi di tempo brevissimi. Domenica mattina, secondo la BBC, il 60% delle famiglie di Santiago si è svegliato con i rubinetti a secco ed è stato costretto a fare scorta di bottiglie d'acqua potabile disponibile solo in un certo numero di supermercati. Per questo sono stati segnalati anche liti e tafferugli per accaparrarsi le ultime provviste. Ristoranti e aziende sono rimasti chiusi, così come le scuole costrette a posticipare l'inizio dell'anno scolastico, previsto per lunedì. L'inondazione è solo l'ultimo di quello che assomiglia ad un vero e proprio flagello, dopo mesi di siccità e incendi che, per settimane, hanno bruciato più di 238mila ettari di boschi, distruggendo centinaia di abitazioni, vigneti e animali. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino