Chernobyl: sequestrate le prime 1.500 bottiglie di Atomik, liquore prodotto "a chilometro zero"

Chernobyl: sequestrate le prime 1.500 bottiglie di "Atomik", liquore prodotto "a chilometro zero"
Erano state appena prodotte con le mele coltivate vicino alla centrale nucleare a Chernobyl e le autorità ucraine le hanno sequestrate tutte. Sono 1.500 le...

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Erano state appena prodotte con le mele coltivate vicino alla centrale nucleare a Chernobyl e le autorità ucraine le hanno sequestrate tutte. Sono 1.500 le bottiglie della bevanda alcolica chiamata (non a caso) Atomik, portate all’ufficio del procuratore di Kiev. Si tratta, secondo quanto dicono i produttori, del primo bene di consumo realizzato a Chernobyl dai tempi del disastro nucleare avvenuto nel 1986. La spedizione era destinata al mercato del Regno Unito.

«Sembra che ci accusino di utilizzare bolli ucraini contraffatti”, spiega alla Bbc Jim Smith, uno degli scienziati che ha trascorso diversi anni per studiare gli effetti del post-incidente prima di creare, con alcuni colleghi ucraini, la Chernobyl Spirit Company. L’azienda è gestita da scienziati che lavorano nei 4 mila chilometri quadrati della zona di esclusione. Si tratta dell’area che venne abbandonata dopo il disastro nucleare. Tra gli studi che gli studiosi avevano promosso anche quelli legati ad alcune colture sperimentali per capire se i prodotti agricoli come il grano potessero essere sicuri per il consumo umano. Nel 2019 venne creata la prima Vodka che, come ha precisato lo stesso Smith, “non era più radioattiva di qualsiasi altra».

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Le mele del liquore vengono coltivate a Narodichi, un’area immediatamente fuori dalla zona di esclusione. Una parte dei proventi delle vendite degli alcolici serviranno, secondo l’impresa, a sostenere le zone colpite ancora oggi dall’impatto economico del disastro nucleare.

«Stiamo lavorando duramente per avviare un'attività per contribuire a portare posti di lavoro e investimenti nelle aree dell'Ucraina colpite da Chernobyl e per sostenere ulteriormente la comunità con il 75% dei profitti che realizziamo», sottolinea Smith. «Sembra che ci stiano accusando di utilizzare bolli di accisa ucraini falsificati, ma questo non ha senso poiché le bottiglie sono per il mercato del Regno Unito e sono chiaramente etichettate con bolli di accisa validi del Regno Unito», prosegue.

 

 

 

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Il Gazzettino