Chernobyl, 31 anni dopo: a causa della povertà il disastro nucleare fa ancora morti

Chernobyl, 31 anni dopo: a causa della povertà il disastro nucleare fa ancora morti
Il disastro di Chernobyl 31 anni fa. Petro Poroshenko e Aleksandr Lukashenko, presidenti di Ucraina e Bielorussia, i due paesi più colpiti dal disastro nucleare di...

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Il disastro di Chernobyl 31 anni fa. Petro Poroshenko e Aleksandr Lukashenko, presidenti di Ucraina e Bielorussia, i due paesi più colpiti dal disastro nucleare di Chernobyl, hanno ricordato oggi la più grave sciagura del nucleare civile visitando la zona della centrale atomica nel 31esimo anniversario della tragedia. Il reattore numero 4 della centrale di Chernobyl saltò in aria nella notte tra il 25 e il 26 aprile del 1986 sprigionando nell'atmosfera 9 tonnellate di scorie radioattive. Poroshenko ha definito il disastro di Chernobyl «una ferita aperta», mentre Lukashenko ha sottolineato che «sia i bielorussi sia gli ucraini sanno che la catastrofe di Chernobyl non conosce frontiere».


Il numero delle vittime del disastro di Chernobyl è difficile da quantificare, e le stime variano, anche di molto, da istituzione a istituzione: si va da alcune migliaia a centinaia di migliaia di decessi. Ma sono vittime di Chernobyl anche coloro che abitano nelle zone contaminate e si ammalano perché, vivendo in povertà, sono costretti a nutrirsi dei prodotti della loro terra inquinata dai radionuclidi. Un nuovo enorme scudo protettivo di acciaio chiamato New Safe Confinement è stato posizionato attorno al reattore numero 4 lo scorso novembre per sostituire il malandato vecchio sarcofago costruito in fretta e furia sul luogo dell'incidente in modo da cercare di limitare le conseguenze della tragedia.
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Il Gazzettino