«Nessuna secessione» L'Alta Corte blocca il parlamento catalano

«Nessuna secessione» L'Alta Corte blocca il parlamento catalano
BARCELLONA - La Corte costituzionale da Madrid blocca il 9-O, vale a dire la riunione del parlamento catalano di lunedì che deve approvare il Dui, la dichiarazione...

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BARCELLONA - La Corte costituzionale da Madrid blocca il 9-O, vale a dire la riunione del parlamento catalano di lunedì che deve approvare il Dui, la dichiarazione unilaterale d'indipendenza. L'autobus in corsa della secessione catalana si ferma? No, la coalizione di maggioranza che governa la Catalogna continua a premere il piede sull'acceleratore. La presidente del Parlamento, Carme Forcadell (Esquerra Republicana) sfida la Corte: «Non permetteremo che la censura entri nel nostro parlamento, ne difenderemo la sovranità, il diritto a parlare di tutto». Non solo: il gruppo parlamentare Sí que es Pot (di cui fa parte anche Podemos), pur essendo all'opposizione, ha deciso di aggirare il divieto della Corte presentando una richiesta formale di partecipazione del presidente Carles Puigdemont in Parlamento, sempre per lunedì, per illustrare la situazione politica della Catalogna e «proporre i mezzi politici che considera adeguati».


MADRID
Lo stop della Corte era stato ottenuto da un ricorso presentato dal Partito socialista catalano (che è contrario all'indipendenza). Ieri è tornato a parlare rivolgendosi a Puigdemont anche il primo ministro Rajoy, sostenitore della linea dura benedetta anche dal discorso del re Felipe: «Puigdemont ritiri il suo progetto di dichiarare l'indipendenza per evitare mali peggiori». Oggi Rajoy potrebbe prendere decisioni anche importanti nella riunione del consiglio dei ministri, come l'applicazione dell'articolo 155 che sospenderebbe l'autonomia catalana; ieri l'ex premier Aznar lo ha richiamato ad essere più determinato, chiedendogli di convocare elezioni anticipate «se non è in grado di usare tutti gli strumenti a disposizione». Il ministro degli Esteri spagnolo, Alfonso Dastis, al Tg1 ha difeso l'intervento di polizia e guardia civil e negato che sarà mandato l'Esercito in Catalogna: «Una fake news». Restano aperti vari canali per la mediazione, che ad oggi però non ha dato risultati: in campo il cardinale di Barcellona Omella e l'abate di Montserrat Soler, il premier basco Urkullu, ma anche i sindaci di Madrid e Barcellona Manuela Carmena e Ada Colau, il leader socialista catalano Miquel Iceta...


 

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Il Gazzettino