Carcerati russi utilizzati come manodopera per produrre armi: il comunicato del ministero della Difesa britannico

In Russia il lavoro carcerario è imposto come punizione dal 2017

In Russia il lavoro carcerario è imposto come punizione dal 2017
Il ministero della Difesa britannica ha affermato che il settore manifatturiero della difesa della Russia sta probabilmente ricorrendo a carcerati per soddisfare le richieste...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Il ministero della Difesa britannica ha affermato che il settore manifatturiero della difesa della Russia sta probabilmente ricorrendo a carcerati per soddisfare le richieste di produzione delle armi. Sarebbero 250 i prigionieri ingaggiati per soddisfare la domanda del settore armiero.

Nuova manodopera

«Uralvagonzavod (Uvz), il più grande produttore di carri armati della Russia, ha dichiarato ai media locali che avrebbe assunto 250 prigionieri dopo aver incontrato il Servizio penale federale (Fsin)».


La Russia ha una lunga storia di lavoro carcerario e nel 2017 «è stato reintrodotto il lavoro forzato come punizione penale specifica», ha affermato il ministero. Il ministero della Difesa britannico ha dichiarato: «La popolazione carceraria fornisce una risorsa umana unica ai leader russi da utilizzare a sostegno dell'operazione militare speciale mentre i volontari disponibili continuano a scarseggiare».

 

«Il lavoro dei detenuti sarà probabilmente particolarmente richiesto dai produttori di armi relativamente a bassa tecnologia come Uvz, che sono quasi certamente sotto forti pressioni da parte di Mosca per aumentare la loro produzione», ha affermato il ministero.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino