Canada, bimbo muore per meningite: la madre lo curava con il té

Canada, bimbo muore per meningite: la madre lo curava con il té
Una morte insensata. Una tragedia che si sarebbe potuta evitare se solo sua madre fosse stata più coscienziosa, se non avesse sottovalutato i suoi malesseri e non lo avesse...

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Una morte insensata. Una tragedia che si sarebbe potuta evitare se solo sua madre fosse stata più coscienziosa, se non avesse sottovalutato i suoi malesseri e non lo avesse curato con un tè al tarassaco e un olio all'origano: il piccolo Ryan, 7 anni, è deceduto dopo giorni di malattia per un'infezione da streptococco, scambiata da Tamara Lovett, 48enne di Calgary, per un semplice mal di gola. Adesso per la donna è arrivata la condanna: dovrà passare i prossimi tre anni in carcere.

 

Ma la condanna più grande per Tamara, che oggi si pente di non aver agito diversamente, era già arrivata il 2 marzo 2013, quando trovò Ryan privo di sensi sul pavimento della cucina: chiamò immediatamente il 911, ma quando i medici arrivarono il piccolo era già morto. Agli investigatori raccontò di essere convinta che il figlio avesse una semplice influenza, che gli aveva provocato un po' di mal di gola, e che per 10 giorni lo aveva curato con metodi naturali, senza mai sentire la necessità di portarlo da un medico, nonostante le condizioni del figlio si aggravassero. Il bambino, invece, aveva sviluppato la meningite e la polmonite: secondo i dottori, se fosse stato trattato con antibiotici sarebbe guarito.

Tamara, adesso, è stata condanna per la negligenza fatale che ha portato alla morte del figlio. «I nostri bambini sono vulnerabili - ha detto Kristine Eidsvik, il giudice - Le sue azioni hanno provocato la morte insensata di un bambino innocente che aveva bisogno della sua protezione. Ho deciso che rimarrà tre anni in carcere per dissuadere altri genitori a comportarsi in questo modo. Questa è una morte straziante e insensata». Alla lettura della sentenza, Tamara è scoppiata in lacrime: «Se potessi tornare indietro, porterei mio figlio da un medico. Non posso perdonare me stessa. Spero che altri imparino dalla mia ignoranza». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino