Questa volta è proprio finita: cala il sipario sulla carriera politica di David Cameron. L'ex premier conservatore ha presentato le sue dimissioni anche da deputato,...
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Eppure in un primo momento dopo l'uscita da Downing Street per la sconfitta nel referendum sulla Brexit aveva affermato di voler rimanere alla Camera dei Comuni fino al 2020. Ma non è stato così. Nell'annunciare il suo addio ha sottolineato anche come la sua eventuale permanenza ai Comuni avrebbe rappresentato una «distrazione» rispetto alle importanti decisioni che deve ora prendere il suo successore, la premier Theresa May. «La sostengo pienamente - ha detto ancora Cameron - e confido nel fatto che la Gran Bretagna riuscirà a prosperare sotto la sua leadership». Secondo molti osservatori non sarebbe così. L'uscita di scena di Cameron non sarebbe stata decisa a caso ma proprio nel giorno in cui nel Parlamento si entra nel vivo del dibattito sulla controversa riforma scolastica proposta dalla May che vuole un nuovo impulso alla creazione delle "grammar schools", istituti prestigiosi e di qualità, ma tendenzialmente elitari. Cameron negli anni da premier aveva sempre resistito con forza a chi all'interno del suo partito le proponeva, puntando invece sul modello delle "academies" sovvenzionate dallo Stato.
Questo e forse altri punti di divergenza, casomai sull'iter della Brexit, hanno spinto l'ex primo ministro all'addio anticipato rispetto al 2020.
Il Gazzettino