Brexit, la May a Firenze propone periodo di tranzione e venti miliardi. Bruxelles non ci sta

dal nostro inviato FIRENZE Nella City di Londra c’è una strada Lombard street, che spiega perché oggi la prima ministra britannica Theresa May parlerà...

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dal nostro inviato
FIRENZE Nella City di Londra c’è una strada Lombard street, che spiega perché oggi la prima ministra britannica Theresa May parlerà di Brexit proprio da Firenze. In quello che diventerà il primo centro finanziario europeo e uno dei primi nel mondo, il re Edoardo I d’Inghilterra concesse le terre che si estendevano lungo la strada ai prestatori su pegno provenienti dall’Italia settentrionale, che allora si chiamava Lombardia. Tra i banchieri italiani concentratisi in questa via, non c’erano solo lombardi, ma anche genovesi, senesi, lucchesi, veneziani e fiorentini.


I fiorentini, con il Banco de Medici, sotto la guida di Cosimo de Medici divennero la più grande casa bancaria del Quattrocento. Una vera e propria holding company con più società riunite in un organismo più grande: la tavola di Firenze, le filiali di Roma e Venezia, le accomandite di Ancona, Bruges e Ginevra.

Cosa dirà la premier britannica? Secondo quanto sostiene la Bbc, inviterà i leader dell'Ue a una responsabilità condivisa per rendere la Brexit un processo «senza problemi» per tutti e proporrà un periodo di transizione di due anni dopo il 2019. Ieri la premier ha informato dei contenuti dell'intervento i suoi ministri chiave in una riunione di due ore e mezza a Downing Street. La storia, sottolineerà la premier, giudicherà il processo della Brexit «non per le nostre differenze, ma per la visione che dimostreremo, non per i problemi affrontati ma per la creatività che avremo usato per superarli, non per una relazione finita ma per l'inizio di una nuova partnership». Il successo di un accordo finale è negli interessi non solo di Londra ma anche dell'Unione europea. 

Sarà un discorso risolutivo? Difficile che possa esserlo. Sicuramente sarà un passaggio importante anche perché la May deve contenere il dissenso interno ai tories, ma probabilmente non in grado di definire del tutto il percorso di uscita del Regno Unito dalla Ue.

La Bbc conferma quanto aveva anticipato nei giorni scorsi  Financial Times. Ovvero una offerta «generosa e aperta» di Londra all'Ue del valore possibile di 20 miliardi di euro per due anni, per coprire il buco del bilancio Ue che termina nel 2020 dovuto all'uscita della Gran Bretagna. Fonti del governo precisano che intenzione di May sarebbe quella di condizionare il versamento di tale cifra alla possibilità di continuare ad accedere al mercato unico e a una qualche forma di unione doganale nel periodo di transizione.


Basterà al negoziatore a Michel Barnier, negoziatore per conto di Bruxelles? Probabilmente no!

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Il Gazzettino