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Più di tremila cittadini europei respinti al confine, alcuni dei quali perché "sospettati" di voler cercare lavoro. I numeri sono stati resi noti dal ministero dell'Interno britannico (Home Office) e altro non sono che i primi effetti della stretta post Brexit nel Regno Unito. Una politica che non riguarda solo coloro che sono stati espulsi (talora, italiani inclusi, dopo umilianti detenzioni temporanee in centri di raccolta per migranti) poiché individuate come persone in cerca d'occupazione e non in possesso del visto divenuto necessario per lavorare o studiare dopo il divorzio dall'Ue. Ma anche di viaggiatori in arrivo per dichiarate ragioni di turismo o familiari sulla carta esentate dal visto.
Secondo i dati ufficiali dell'Home Office, riferiti agli ultimi tre mesi e riportati dal Guardian dopo una serie d'inchieste e denunce, il totale dei cittadini di Paesi Ue fermati e respinti dopo aver indicato ragioni di viaggio per le quali in teoria il visto continua a non essere necessario anche dopo la Brexit è salito a 3.294.
Il Gazzettino