Brexit, 3200 europei respinti al confine: erano "sospettati" di cercare lavoro

Brexit, gli effetti: 3200 europei respinti: i numeri della stretta della Gran Bretagna
Più di tremila cittadini europei respinti al confine, alcuni dei quali perché "sospettati" di voler cercare lavoro. I numeri sono stati resi noti dal...

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Più di tremila cittadini europei respinti al confine, alcuni dei quali perché "sospettati" di voler cercare lavoro. I numeri sono stati resi noti dal ministero dell'Interno britannico (Home Office) e altro non sono che i primi effetti della stretta post Brexit nel Regno Unito. Una politica che non riguarda solo coloro che sono stati espulsi (talora, italiani inclusi, dopo umilianti detenzioni temporanee in centri di raccolta per migranti) poiché individuate come persone in cerca d'occupazione e non in possesso del visto divenuto necessario per lavorare o studiare dopo il divorzio dall'Ue. Ma anche di viaggiatori in arrivo per dichiarate ragioni di turismo o familiari sulla carta esentate dal visto.

Secondo i dati ufficiali dell'Home Office, riferiti agli ultimi tre mesi e riportati dal Guardian dopo una serie d'inchieste e denunce, il totale dei cittadini di Paesi Ue fermati e respinti dopo aver indicato ragioni di viaggio per le quali in teoria il visto continua a non essere necessario anche dopo la Brexit è salito a 3.294. Contro le 493 espulsioni censite nello stesso periodo dell'anno scorso, quando il traffico complessivo dei passeggeri era 20 volte più numeroso in epoca parzialmente pre Covid. La maggior parte dei fermi, ha riguardato persone in arrivo in treno con l'Eurostar o in traghetto attraverso la Manica; salvo 738 casi avvenuti agli sbarchi di voli di linea in vari aeroporti. E non pochi viaggiatori coinvolti hanno denunciato di essere stati trattati sbrigativamente o costretti ad attendere per ore accampati negli scali. Resta da chiarire se i rifiuti dipendano solo dai sospetti della polizia di frontiera sui veri motivi dei viaggi in questione o anche dalla presunta applicazione di restrizioni legate alla pandemia.

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Il Gazzettino