Da Omero a Melville a Erich Maria Remarque di «Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale». In un excursus di 27 minuti in cui cita i musicisti e i libri che lo hanno...
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In dicembre Dylan aveva disertato la cerimonia del Nobel creando non pochi problemi. Al suo posto, l'amica Patti Smith aveva memorabilmente cantato «A hard rain's a-gonna fall» in onore del 76enne ex ragazzo di Duluth era stato incluso tra i giganti della letteratura. Presente «in spirito» ma non fisicamente come nel titolo del film del 2007 con Cate Blanchett «I Am Not There», il cantante aveva ricevuto una standing ovation e una serie di elogi, tra cui: «Come l'Oracolo di Delfi che legge il tg della sera».
Lo stesso Dylan si era presentato in aprile a ritirare diploma e medaglie in aprile, in una cerimonia strettamente privata in un hotel di Stoccolma. Oggi, con conferenza e assegno, la fine dell'avventura. «Appena ricevuta notizia del premio, mi sono chiesto in che modo le mie canzoni riguardassero la letteratura. Ho voluto riflettere e trovarne il nesso», esordisce Dylan nel discorso citando Buddy Holly, che vide in concerto poco prima della morte quando l'ex Bobby Zimmermann era ancora teenager: «Mi guardò dritto negli occhi e mi trasmise qualcosa. Non sapevo cosa. E mi diede i brividi».
E poi il cantante folk e blues Leadbelly e la musica folk, per poi passare a classici della letteratura assorbiti degli anni del liceo: «Moby Dick» di Herman Melville, «Niente di nuovo sul fronte occidentale» di Remarque e l'«Odissea» di Omero, «un libro eccezionale» i cui temi del viaggio senza meta, l'avventura, il pericolo e il ritorno a casa in un luogo cambiato ricorrono nelle ballate di molti autori.
Il Gazzettino