Prigioniera per cinque giorni della vasca da bagno. L'appuntamento quotidiano è così diventato un incubo per una donna di 54 anni restata incastrata per oltre...
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Dopo essere stata salvata, Alison Gibson, una donna che vive da sola a Chesaning, piccolo centro a 100 chilometri da Detroit (Michigan), è stata trasportata e ricoverata in ospedale per accertamenti. Senza cibo, la donna era decisamente fiaccata dalla fame ma dopo qualche giorno è stata dimessa. Ora è in perfetta salute e ricorda l'incubo vissuto: «Era lunedì e avevo lasciato anche il mio cellulare nella stanza, l'ho sentito squillare un paio di volte, così come il campanello di casa. Ho provato ad urlare, ma nessuno dei vicini riusciva a sentirmi. Il maniglione installato sul muro è troppo alto e non riuscivo più a rialzarmi, la luce era spenta e passavo la notte al buio, aprendo l'acqua calda quando diventava troppo freddo. Se avevo sete, aprivo l'acqua fredda e bevevo».
A salvare Alison Gibson ci ha pensato il postino, che aveva notato un insolito accumulo di corrispondenza nella cassetta della casa della donna. L'uomo, a quel punto, si è avvicinato alla porta della casa e non ha notato alcun movimento. Dopo aver chiesto informazioni ai vicini, questi hanno iniziato ad urlare a gran voce il nome di Alison, che ha risposto con le ultime forze che le erano rimaste. Due agenti di polizia sono intervenuti, entrando da una finestra e raggiungendo il bagno, dove hanno trovato Alison stremata, ma con un sorriso che trasudava il massimo sollievo.
«Pensavo di morire spegnendomi lentamente in quelle condizioni» - ricorda oggi la donna - «Non voglio più ripetere una simile esperienza, la prima cosa che farò è acquistare e far installare una vasca da bagno con la porticina d'ingresso». I poliziotti che l'hanno salvata, grazie all'intuito del postino, hanno anche spiegato in che condizioni è stata trovata la casa: «Quando siamo arrivati abbiamo dovuto accendere la luce, quindi è stata al buio per diverse sere e notti. Le pareti e il soffitto erano increspate per l'impressionante umidità, ma usare l'acqua calda in uno spazio chiuso così ristretto era per lei l'unica possibilità». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino