Una bomba a più stadi nel nostro inconscio. Questo è il massacro islamico di Parigi. La scelta di destabilizzare le nostre vite di europei inermi, forse troppo, attraverso la...
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Certo, dietro gli scatti della carneficina di Parigi c'è anche l'immagine cruda di un Houellebecq che dipinge la Francia e l'Europa intente a scandire canzonette o cori da stadio, mentre la morte ci stava invadendo. C’è il paradosso inquietante dell’apprendere che i commando Isis si sono mossi dal boulevard che porta il nome di Voltaire, il maestro della tolleranza. Che però vigilava e illuminava i suoi contemporanei, sferzandoli e invitandoli a difendere la loro identità senza cedere ai dogmi di qualunque religione.
Da questo sonno della ragione, che ci ha esposto inermi, dobbiamo svegliarci. E tutelarci. Serve una risposta che non può essere la rinuncia alle libertà, né la sospensione dei diritti civili per inseguire la sicurezza necessaria. Non è con una serrata globale e figlia della paura che l'Europa può vincere. Ma è solo disinnescando le bombe etniche che molti Paesi tardivamente scoprono nel loro seno, prevenendo culturalmente e materialmente i conflitti, che possiamo farcela.
Da ventiquattr'ore a Roma non si parla d'altro che del Giubileo alle porte, proiettandovi tutte le nostre confessabilissime paure. Già siamo arrivati male attrezzati e senza il giusto preavviso a questo evento divenuto last minute che ci espone a rischi evidenti. Ma oggi rinunciare a quella che è comunque una manifestazione di libertà religiosa in nome della paura sarebbe una resa, anche se questa arriva nel momento più difficile e tormentato per la nostra sicurezza e identità dal dopoguerra ad oggi. Tuteliamoci. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino