dal nostro inviato AMBURGO Dopo due G20 in due paesi (Turchia e Cina) non proprio accoglienti per tali manifestazioni, i no-global si sfogano per le strade di Amburgo. Il...
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AMBURGO Dopo due G20 in due paesi (Turchia e Cina) non proprio accoglienti per tali manifestazioni, i no-global si sfogano per le strade di Amburgo. Il risultato di giorni di scontri, auto bruciate e poliziotti feriti - quasi duecento - è una città che anche oggi vivrà nel coprifuoco con strade deserte, auto bruciate, polizia che corre con sirene assordanti e mezzi pubblici bloccati. Una vera e propria guerriglia urbana che non si vedeva dai tempi dei summit a Nizza, Göteborg e Genova e che ha costretto Angela Merkel, presidente e padrona di casa, a scusarsi al termine della prima giornata: «Comprendo le dimostrazioni pacifiche, ma le dimostrazioni violente mettono a rischio la vita delle persone.
Proteste - ha continuato - che hanno messo in pericolo, oltre agli stessi dimostranti, i poliziotti e gli abitanti della città». Ovviamente tutto ciò per la Cancelliera «non è accettabile» e l'elogio per il lavoro delle forze dell'ordine - costrette a chiamare rinforzi dalle città vicine - non toglie il dubbio sulla seria sottovalutazione avvenuta in un momento dove l'allarme per possibili attentati dovrebbe far tenere molto alta la guardia.
Ma non sono solo le vivaci manifestazioni, previste anche per oggi, a rendere in salita il G20 a guida tedesca. Donald Trump giunge ad Amburgo, in compagnia della consorte Melania, portando con sé tutta quella insofferenza mostrata già al G7 di Taormina per le riunioni multilaterali.
LE TENSIONI
Le tensioni con la Cina di Xi Jinping, l'uscita dall'accordo di Parigi sul clima e la promessa di dazi e barriere su alcuni prodotti - a cominciare dall'acciaio cinese e tedesco - fanno ancora una volta del presidente americano l'ospite scomodo che nessuna presidenza vorrebbe dover gestire. La Merkel ne è ben consapevole ed esordisce dicendo che «noi tutti conosciamo le grandi sfide globali e sappiamo che il tempo stringe. Le soluzioni sono possibili solo se siamo disposti a compromessi, e se possiamo anche chiamare le differenze con il loro nome». Un invito che resta lettera morta visto che in serata, prima del concerto della Filarmonica di Amburgo, è la stessa Cancelliera ad ammettere che su commercio e clima «le discussioni sono molto difficili» e che occorre compiere ancora «un grande lavoro» su questa parte del comunicato finale.
Oggetto dello scontro il nodo sollevato dal presidente americano della sovraccapacità mondiale nella siderurgia che secondo Trump penalizza le aziende americane. Per la Merkel, che ha insistito sulla necessità di trovare una risposta multilaterale in ambito G20, si corre «altrimenti il rischio di misure bilaterali». L'acciaio cinese a basso costo, come quello di alcuni paesi europei, non è però il solo problema che rischia di far fallire il G20 a guida teutonica e a preoccupare anche Paolo Gentiloni, quanto la spinta protezionistica americana che, per il presidente del Consiglio italiano rischia di compromettere la ripresa. Sul clima non va meglio, anche se nella linea dell'amministrazione americana comincia ad avere un peso la green-finance.
L'INCONTRO
E così, sgomberato il campo del tema lotta al terrorismo, dove tutti sono d'accordo anche ad implementare la cyber-sicurezza, il vertice di Amburgo si segnala - oltre che per le perduranti spaccature Ue-Usa - per le oltre due ore di incontro tra Trump e Putin.
Il Gazzettino