Aleppo, Omran e l'infanzia strappata ai bombardamenti

Aleppo, Omran e l'infanzia strappata ai bombardamenti
A cinque anni è diventato in poche ore il simbolo delle atrocità della guerra che sta devastando la Siria. Omran Daqneesh è un bimbo che è stato...

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A cinque anni è diventato in poche ore il simbolo delle atrocità della guerra che sta devastando la Siria. Omran Daqneesh è un bimbo che è stato salvato mercoledì 17 agosto dai bombardamenti di Assad o della Russia sulla città di Aleppo. È stato estratto dalle macerie vivo e cosciente, anche se ferito alla testa e sanguinante. Alcune immagini, mostrate dal network Amc che in poco tempo hanno fatto il giro del mondo, mostrano i soccorritori mentre lo estraggono dalle macerie di un palazzo bombardato e lo adagiano su un sedile all'interno di un'ambulanza. E mentre i soccorritori tornano indietro per andare a prendere un altro bimbo ferito, Omran resta lì, guardando dritto davanti a sé, sconvolto. Poi si passa una mano sulla fronte, vede il sangue e si rende conto di essere ferito. Eppure non piange come farebbe qualsiasi bambino. Perché ad Aleppo se realizzi di essere ferito ma ancora vivo, puoi solo esserne contento. Lo sanno anche i bambini.


Intanto l'inviato speciale dell' Onu per la Siria, Staffan de Mistura, ha annunciato di avere sospeso l'attività della sua task force umanitaria affermando che i continui combattimenti ostacolano gli aiuti ai civili. De Mistura è tornato a chiedere una tregua di almeno 48 ore, in particolare ad Aleppo.


Dall'11 agosto la Russia, che con la sua aviazione partecipa ai bombardamenti in Siria insieme alle forze governative, aveva annunciato una tregua quotidiana di tre ore ad Aleppo per permettere l'accesso di aiuti umanitari alla popolazione stremata. Ma dall'inizio l'Onu aveva detto che questa misura non era sufficiente, chiedendo appunto un cessate il fuoco di almeno 48 ore. «Nemmeno un convoglio umanitario ha potuto raggiungere la parte assediata di Aleppo», ha sottolineato De Mistura, in una conferenza stampa trasmessa in diretta dalla televisione panaraba Al Jazira, riferendosi ai quartieri orientali della città controllati dagli insorti. «Quello di cui abbiamo bisogno oggi sono fatti. Il nostro messaggio è chiaro: chiediamo una pausa di almeno 48 ore per Aleppo, per cominciare», ha detto de Mistura. «Noi siamo pronti, dov'è la pausa?», ha chiesto.
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Il Gazzettino