«Ho iniziato di persona il processo di investigazione, nei miei due ultimi anni di episcopato a Ratisbona, tra il 2010 - quando per la prima volta la Diocesi è venuta...
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Oltre alle 400 pagine del rapporto stilato dall'avvocato Ulrich Weber, il cardinale ha affermato che «è importante leggere anche la nostra cronologia degli avvenimenti pubblicata dal 2010 in avanti sul sito della Diocesi e dalla quale emerge chiaramente che da quella data è stato fatto tutto il possibile, sulla base dei fatti conosciuti». «Era l'unica strada per la diocesi - ha spiegato il card. Muller -. Sono stati impiegati tanti mezzi finanziari e pagate diverse persone per dare giustizia alle vittime, nonostante il tanto tempo trascorso. Ho istituito un'equipe di esperti e ho dato la possibilità a tutte le vittime fino ad allora sconosciute di rivolgersi a loro. Purtroppo non possiamo fare processi ai morti, ma ciò che era possibile fare, sul piano sia giuridico che pastorale, la diocesi lo ha fatto, e così come lo fa oggi».
Quanto ai numeri enormi di abusi documentati nel rapporto Weber, il card.
Quanto al fatto che lo scandalo, risalente al periodo tra '45 e '92, sia pienamente venuto alla luce soltanto nel 2010, il cardinale ha ribadito che la scuola primaria dove studiavano i piccoli cantori del famoso coro del Duomo «era un'istituzione molto chiusa, nessuno poteva entrare. L'ho imparato io stesso quando divenni vescovo a Ratisbona. Può darsi che ci fossero voci, ma non erano arrivate alla diocesi». E la scuola è «istituzionalmente indipendente dalla diocesi di Ratisbona, come Fondazione di diritto statale», ha sottolineato il porporato. In merito alle accuse di avere sì ammesso i fatti, nel 2010, ma senza agevolarne come vescovo di Ratisbona l'accertamento, ha concluso il card. Muller «è tutto documentato, il processo di investigazione l'ho iniziato io. Queste accuse esistono ma sono false» aggiungendo che quando investigazioni di questo genere si faranno presso tutte le istituzioni scolastiche, non solo quelle della Chiesa, la verità non sarà facile da sopportare, dato che «solo in Germania, per 80 milioni di abitanti, abbiamo ogni anno 16.000 processi per pedofilia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino