Visa e Mastercard pronte a dire addio alla Russia

Visa e Mastercard pronte a dire addio alla Russia
Nyet. Dasvidania. Ecco cosa potrebbero dire al Cremlino Visa e Mastercard il mese prossimo. All'origine del possibile, clamoroso, addio, c'è la nuova legge sui sistemi di...

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Nyet. Dasvidania. Ecco cosa potrebbero dire al Cremlino Visa e Mastercard il mese prossimo. All'origine del possibile, clamoroso, addio, c'è la nuova legge sui sistemi di pagamento che impone ai due colossi (che in Russia servono il 90% della popolazione) un deposito cauzionale da capogiro (3,8 miliardi di dollari Usa).




Nel Paese Visa guadagna circa 460 milioni di dollari l'anno, mentre Mastercard arriva a sfiorare i 170. Per entrambe le compagnie si tratta di un mercato strategicamente molto importante. Il nuovo assetto legislativo è divenuto operativo dopo che le due aziende avevano sospeso senza preavviso i propri servizi di pagamento ai clienti delle istituzioni finanziarie russe sanzionate dagli Stati Uniti.



L'adozione di modifiche alla legge federale sul sistema dei pagamenti nazionale apre la strada a un sistema nazionale di carte di credito. Ieri il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov ha tuttavia precisato che il governo non ha nessuna intenzione di dire addio ai due giganti dei pagamenti digitali, perlomeno non finché i loro circuiti saranno usati da nove russi su dieci come avviene oggi. Siluanov non ha però affrontato la questione del mega-deposito cauzionale che Visa e Mastercard dovrebbero versare in un conto della banca centrale russa. A questo punto tutti si chiedono se i due colossi decideranno o meno di restare.



Il deposito, affermano gli esperti russi, servirebbe a mettere la clientela locale in sicurezza, offrendo agli utenti un riparo da eventuali attacchi esterni, anche cyber. La nuova legge stabilisce inoltre che Visa e Mastercard non potranno più sospendere senza preavviso il servizio fornito ai clienti russi (come hanno fatto in questi ultimi mesi). Prevista una sanzione severa nel caso la norma non venisse rispettata: il governo preleverà il dieci per cento della somma depositata cauzionalmente dalle due aziende per ogni giorno di sospensione del servizio. I due colossi hanno sei settimane di tempo per decidere cosa fare. Se sottostare alle nuove regole del gioco o sbattere la porta e andarsene. Il deposito va versato entro il mese di luglio. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino