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TREVISO Oltre mille azionisti per 109 costituzioni di parte civile: tutti ammessi e non solo per il reato di aggiotaggio, come chiedeva la difesa, ma anche per ostacolo alla vigilanza e falso in prospetto. Ma sull'intero processo pesa come un macigno la prescrizione, pronta a scattare il prossimo autunno. In totale, il giudice per l'udienza preliminare Gian Luigi Zulian ha ammesso109 parti civili in rappresentanza di circa 1.000 risparmiatori, che potranno esercitare l'azione civile in sede penale nel procedimento iniziato oggi 10 aprile a Treviso.
«Da individuarsi, secondo noi, oltre che nell'imputato e in Veneto Banca Lca (Liquidazione coatta amministrativa), anche in Banca Intesa (come concessionario delle attività) e, per altri, anche nella società di revisione» spiega l'avvocato Luigi Fadalti, uno dei legali che rappresenta i risparmiatori traditi.
LA DIFESA
«La decisione di accogliere le parti civili anche per il capo di imputazione relativo all'ostacolo alla vigilanza ci lascia frastornati - afferma l'avvocato Ermenegildo Costabile, legale difensore di Vincenzo Consoli -, visto che in casi analoghi, cito ad esempio la vicenda Mps e Popolare di Vicenza, sono state escluse.
LE ACCUSE
Consoli è accusato di aver comunicato a Bankitalia, tra il 2012 e il 2013, un patrimonio gonfiato, perché dai 2,3 miliardi dichiarati dovevano essere tolti 430 milioni di azioni baciate, 131 di accantonamenti su rischi aggiuntivi e ulteriori perdite su crediti per 1,1 miliardi, oltre a 600 milioni di euro in più di crediti in sofferenza. Se contabilizzati, il patrimonio da 2,3 miliardi sarebbe sceso a 613 milioni. Sull'ex popolare si era accentrato l'interesse degli ispettori della Banca d'Italia che avevano effettuato un accesso ai bilanci il 15 aprile e 9 agosto 2013, evidenziando come il valore delle azioni fosse incoerente con la situazione finanziaria della società e con il contesto economico. Il tutto portò a danni per circa 107 milioni di euro agli azionisti.
Il Gazzettino