Nel 2016 torneranno gli stress test della Bce sulle banche europee. Un passaggio che preoccupa molto gli istituti italiani, usciti incerottati dall’esame dell’autunno scorso...
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L’esame Bce questa volta potrebbe riguardare solo una parte dei 130 istituti messi sotto la lente nel 2014. Danièle Nouy, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, è stato chiaro: «I bond sovrani non sono privi di rischio e ci dovrebbero essere un qualche tipo di limite alle esposizioni». Particolarmente presenti nei bilanci delle banche italiane, esposte per il 175% del patrimonio verso le emissioni governative. Altro problema delle banche italiche è che sono esposte con imprese e famiglie, fanno credito commerciale e non derivati, che invece abbondano negli istituti tedeschi e francesi. Oggi le regole premiano i "finanzieri" rispetto agli "sviluppatori". E non sembra in vista un cambiamento in quest’ottica. «Tutti e tre i grandi Paesi dell'Eurozona - Germania, Francia e Italia - sono stati colpiti nella stessa misura» dagli stress test della Bce, ma per le italiane l'impatto è stato maggiore «in larga parte per i margini ristretti sul capitale», ha detto Ignazio Angeloni, membro del consiglio di vigilanza della Bce, riconoscendo che nove banche italiane su 25 europee con carenza di capitale è «un numero elevato» ma che «nel frattempo molte banche (nel corso del 2014) avevano già aumentato preventivamente il capitale». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino