Urso: «Colloqui per seconda casa auto. Necessario un mercato interno che produca almeno 1,3 milioni veicoli»

il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso
«Ho preso il dossier automotive fin dall’inizio della legislatura, ora vedo che anche gli esperti di economia, gli opinionisti e certamente i sindacati ritengono...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

«Ho preso il dossier automotive fin dall’inizio della legislatura, ora vedo che anche gli esperti di economia, gli opinionisti e certamente i sindacati ritengono giusta questa valutazione. Siamo in campo e abbiamo contatti, interlocuzioni, ormai da almeno 8-9 mesi con alcune case automobilistiche che potrebbero nei loro progetti di sviluppo internazionale, che riguardano l’Europa, insediarsi anche in Italia». Così il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervistato a ReiTv. «Il nostro progetto sull’automotive è chiaro: riteniamo che per sostenere la nostra importante filiera dell’indotto, la vera nostra grande forza fatta da una pluralità di imprese, è necessario un mercato interno che produca almeno 1,3 milioni veicoli: questo è l’obiettivo che ci poniamo da qui a qualche anno per garantire nella transizione energetica verso l’elettrico che l’indotto possa sostenere i livelli produttivi e occupazionali - ha aggiunto il ministro -

Vogliamo aprire il mercato ad altri produttori e quindi sappiamo che accanto a Stellantis, che è una importante multinazionale che deve investire nel nostro Paese in modelli innovativi, in ricerca e nell’elettrico per l’ auto del futuro, sarà necessario comunque un’altra casa automobilistica: questo percorso non si inventa in pochi mesi, siamo al lavoro per una seconda casa automobilistica da 8 mesi circa e pensiamo che l’obiettivo si possa raggiungere in un tempo congruo». «Una volta l’Italia aveva due case automobilistiche, poi fu venduta l’Alfa Romeo - ha proseguito - ma invece di vederla a un partner internazionale, l’allora sinistra al governo, che aveva anche la presidenza dell’Iri, preferì venderla al produttore locale, chiudendo il mercato. Noi invece vogliamo aprire il mercato».

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino