Tagli stipendi, magistrati d’élite non investititi dalla riforma

Tagli stipendi, magistrati d’élite non investititi dalla riforma
I dirigenti della Pubblica amministrazione aspettano che sui loro stipendi cada la falce di Matteo Renzi. Anche gli ambasciatori sono in attesa. E da ieri l’ansia da taglio...

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I dirigenti della Pubblica amministrazione aspettano che sui loro stipendi cada la falce di Matteo Renzi. Anche gli ambasciatori sono in attesa. E da ieri l’ansia da taglio circola anche tra i magistrati che guadagnano più di 240 mila euro. Tra loro, chi deve temere di più sono i giudici amministrativi, in particolare i consiglieri di Stato e i membri della Corte dei conti, figure privilegiate che possono ancora cumulare cariche e prebende. Ma nemmeno loro sono i «più privilegiati». C'è un caso ancora più unico: quello dei giudici della Corte costituzionale. I quali - in verità non tutti - continuano a cumulare la pensione con l'emolumento collegato al ruolo.




E non sono piccoli numeri. Il compenso dei membri della Consulta è di 465 mila euro l'anno. Lordi, beninteso. Solo il presidente vola oltre 560 mila euro, e visto che tutti a turno si fanno un passaggio sullo scranno più alto - per una prassi indecorosa benché legale - hanno tutti almeno un anno di stipendio stellare. Cui si aggiungono pensioni che sicuramente superano, e non di poco, 150mila euro l'anno.



IL CONSIGLIO DI STATO

Cumulo legittimo? La norma parla chiaro a proposito del compenso: «Tale trattamento sostituisce ed assorbe quello che ciascuno nella sua qualità di funzionario di Stato o di altro ente pubblico, in servizio o a riposo, aveva prima della nomina a giudice della Corte».

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Il Gazzettino