Superbonus 110% verso sblocco, le banche potranno cedere il credito alle imprese (ma è braccio di ferro in Senato)

Arriva il voto sulla norma. Ma il Tesoro è contrario e ha dato mandato alla Ragioneria di verificare i costi della misura

Superbonus 110% verso sblocco, le banche potranno cedere il credito alle imprese (ma è braccio di ferro in Senato)esentandole da responsabilità. Ma è braccio di ferro in Senato
È l’ultimo treno. L’unico decreto sul quale alcune misure considerate “prioritarie” dai partiti potranno essere imbarcate. E in lista ce ne sono...

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È l’ultimo treno. L’unico decreto sul quale alcune misure considerate “prioritarie” dai partiti potranno essere imbarcate. E in lista ce ne sono molte. Sul decreto aiuti-bis da 14 miliardi approvato dal governo ad agosto, è in corso un braccio di ferro sotterraneo tra governo e Parlamento. Dopo due rinvii, oggi le Commissioni bilancio e finanze del Senato, dovrebbero votare gli emendamenti. Il governo ha le armi spuntate non potendo porre ovviamente la questione di fiducia. Dunque potrebbero passare norme anche contro il parere di Palazzo Chigi e Tesoro. Le tensioni maggiori si stanno registrando sul Superbonus.

 

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Il Movimento Cinque Stelle ha presentato un emendamento che di fatto sblocca la cosiddetta quarta cessione, quella tra banca e imprese, evitando che queste ultime debbano essere considerate responsabili in solido della bontà del credito con l’istituto finanziario che ha scontato la fattura. Secondo Confedilizia, si tratterebbe di una soluzione che andrebbe «nella direzione auspicata». In grado cioè, di riattivare il mercato. C’è anche un altro emendamento presentato dalla senatrice Donatella Conzatti di Italia Viva che mira allo stesso scopo. Il Tesoro ha chiesto tempo però, per valutare l’impatto economico di queste misure.


I PALETTI
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, si è detto pronto a far passare una quarantina di emendamenti ma solo a patto che non abbiano costi. Quelli sul Superbonus, secondo il Tesoro, avrebbero un costo. seppure indiretto. Ma i Cinquestelle sarebbero pronti a votarlo comunque, portandosi probabilmente dietro altri parlamentari. Il governo insomma, corre il rischio di andare sotto sulla norma. Così è stato dato mandato alla Ragioneria di fare ulteriori approfondimenti. E sarà necessario probabilmente sentire anche il parere dell’Agenzia delle Entrate. I nodi saranno sciolti entro questa mattina e il compromesso potrebbe essere una riformulazione per rimandare l’attuazione della norma a un decreto che ne delinei bene i confini. Il Superbonus non è l’unico nodo. In zona Cesarini sono spuntati nel fascicolo delle modifiche che saranno votate oggi dalle Commissioni, due emendamenti per prorogare fino alla fine dell’anno lo smart working per i soggetti fragili e per le famiglie che hanno figli a carico minori di 14 anni ed entrambi i genitori che lavorano.

 

SMART WORKING

La proroga del lavoro agile per queste categorie era stata promessa dal ministro del lavoro Andrea Orlando, dopo che il governo aveva bocciato l’inserimento della norma nel testo base del decreto per mancanza di coperture finanziarie. Così nell’emendamento del Pd si stimano oneri per 7,5 milioni di euro per il 2022, da coprire attraverso il Fondo sociale per l’occupazione e la formazione del Ministero del lavoro. L’ultimo nodo da sciogliere riguarda gli scatti di merito per i professori. Gli insegnanti, in base al decreto aiuti bis, potranno accedere a un aumento di 5.650 euro dopo aver compiuto tre cicli completi di formazione. A questa riforma è legata l’erogazione della seconda rata di quest’anno del Pnrr, ma sono stati presentati diversi emendamenti soppressivi della disposizione. 
 

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Il Gazzettino