Superbonus aziende salvo, cessione parziale dei crediti. In arrivo la misura che può mobilitare 20 miliardi. Salta lo stop della Ragioneria

Superbonus aziende salvo, cessione parziale dei crediti. In arrivo la misura che può mobilitare 20 miliardi. Salta lo stop della Ragioneria
Rispunta il Superbonus per le imprese. Governo al lavoro sul decreto Sostegni-bis, che dovrebbe essere licenziato entro la fine di questa settimana. Tra le novità in arrivo...

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Rispunta il Superbonus per le imprese. Governo al lavoro sul decreto Sostegni-bis, che dovrebbe essere licenziato entro la fine di questa settimana. Tra le novità in arrivo in queste ultime ore si fa largo l’ipotesi, sempre più concreta, che possa essere introdotta la possibilità di cedere i crediti d’imposta maturati dalle aziende per investimenti in beni strumentali (materiali e immateriali, innovativi e tradizionali, inclusi i software) previsti dal piano Transizione 4.0. La norma, sotto forma di emendamento, era stata approvata a inizio mese dalle commissioni Bilancio e Finanze del Senato all’interno del decreto Sostegni (sul quale è stata messa la fiducia alla Camera nella votazione in programma oggi) ma poi era arrivato lo stop da parte dalla Ragioneria dello Stato.

 

 

COSA SUCCEDE - La ragione? Il rischio di un aumento del debito, connesso con la possibilità che Eurostat (l’autorità statistica europea) applicasse un diverso trattamento contabile a questa voce, facendola pesare sui conti pubblici. La norma, aveva avvertito la Ragioneria, potrebbe avere «potenziali rilevanti effetti sulla finanza pubblica, particolarmente significativi per quei crediti che, come industria 4.0, prevedono una fruizione in quote annuali, perché l’impatto sul deficit sarebbe anticipato interamente al primo anno di utilizzo, indipendentemente dall’effettivo utilizzo in compensazione». Non solo. A giudizio dei tecnici del ministero dell’Economia, «non è possibile assentire a proposte di estensione della cedibilità ad altre tipologie di crediti». E dunque lo stop gettava un’ombra pesante, in prospettiva, anche sul superbonus 110 per cento riservato ai privati e sugli altri bonus edilizi che sfruttano lo stesso meccanismo della cessione del credito.

 

 

Il disco rosso dei tecnici del Mef, inatteso, aveva obbligato il Parlamento a modificare il maxiemendamento al dl Sostegni aprendo anche un fronte politico con i Cinquestelle sulle barricate ad evocare la crisi. Lo strappo era poi rientrato con la promessa del governo di aprire un tavolo in vista dell’approvazione del Sostegni bis. Fonti alle prese con il delicato dossier spiegano che la soluzione è ormai a portata di mano e che consisterebbe, con l’ok della Ragioneria, in una modifica del testo originario della norma. In particolare, si starebbe ragionando sulla possibilità di consentire alle imprese cessioni parziali dei crediti d’imposta. Una formulazione di compromesso in grado di attenuare l’impatto sui conti pubblici.

 

LE TAPPE - Occorre a questo proposito ricordare che il provvedimento bocciato al Senato prevedeva la possibilità di cedere a terzi, comprese le banche, i crediti d’imposta per la Transizione 4.0 fino al 31 dicembre 2022. Il cessionario poteva a sua volta utilizzare il credito d’imposta in compensazione. Lo stesso meccanismo, insomma, previsto dal 110% per la riqualificazione energetica e la riduzione del rischio sismico. Questo impianto si prepara ad essere modificato ed ammorbidito.

 

 

L’introduzione del Superbonus per le imprese, che secondo alcuni calcoli potrebbe movimentare circa 20 miliardi di liquidità, farebbe parte (all’interno del Sostegni-bis) di un pacchetto a sostegno della liquidità di imprese e famiglie che prevede la proroga a fine anno delle moratorie sui prestiti, in scadenza al 30 giugno e l’estensione almeno a 10 anni della garanzia pubblica sui prestiti, attualmente di 6 anni. La dotazione del decreto Sostegni Bis è di 40 miliardi, 5 dei quali impegnati dagli investimenti extra-Pnrr per il 2021. Al netto dei progetti esterni al Recovery plan, restano 35 miliardi, dei quali circa la metà dovrebbero andare ai ristori. 

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Il Gazzettino