In vista della stagione autunnale, torna a scaldarsi la partita del rinnovo contrattuale per i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici, bloccato da sette anni. Pur tra la...
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«Che le risorse, a legislazione vigente, ci siano non è un mistero - prosegue Turco - lo ribadiamo: agire sulla politica dei bonus, sulle consulenze esterne nella P.A., sulla reinternalizzazione dei servizi, sul sistema degli appalti e degli acquisti e restituire anche ai lavoratori il frutto del lavoro compiuto con la lotta all'evasione fiscale». E le notizie sulla frenata del Pil non «possono fare da apripista - sottolinea Uilpa - a nuove fumate nere sulla disponibilità delle risorse necessarie alla ripresa della contrattazione, perché ciò genererebbe una frattura insanabile, rendendo inevitabile l'apertura di un grave conflitto, che nessuno vuole in quanto dannoso per tutti, a iniziare dalla funzionalità del servizio pubblico e dalle esigenze della collettività». «Il pubblico impiego è l'unico settore che ha subito dal 2008 un arretramento salariale, pari a una media del 13-15% in busta paga. È la prima volta che accade» afferma Bernava, responsabile Cisl del pubblico impiego, convinto che «sarebbe un grave errore bloccare i contratti a vita. Al contrario, il governo deve fare uno sforzo sulle risorse, i 300 milioni messi sul piatto sono pochissimi, a fronte dell'introduzione di tutti gli elementi di innovazione contrattuale. Nessuno qui vuole aumenti a pioggia».
In vista della ripresa del confronto con l'Aran, previsto per la prima decade di settembre, dopo le 'aperturè da parte del governo, «un segnale diverso sarebbe importantissimo - conclude Bernava - anche sul piano della spinta ai consumi».
Il Gazzettino