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Il prossimo autunno sarà un po’ meno “caldo” per un milione di dipendenti pubblici alle prese, come tutti gli altri cittadini, con il caro-bollette e l’inflazione galoppante. E questo grazie agli «arretrati» che riceveranno tra ottobre e dicembre nelle loro buste paga. Frutto dei nuovi contratti appena firmati, e le cui trattative si sono concluse ben oltre l’orizzonte temporale coperto dagli accordi.
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Statali, arretrati in arrivo
I contratti in questione sono quelli del 2019-2021 e riguardano i quattro comparti del pubblico impiego: le funzioni centrali (in pratica i ministeri e le agenzie fiscali), gli enti locali (dipendenti comunali e regionali), la sanità (infermieri e altro personale sanitario) e la scuola. I ministeriali, il cui contratto è stato firmato definitivamente a maggio, hanno già ricevuto a luglio arretrati fino a 2.900 euro lorde. Adesso tocca agli infermieri e ai dipendenti comunali.
IL DETTAGLIO
Il contratto della sanità è stato sottoscritto in via preliminare dai sindacati e dall’Aran, l’Agenzia che siede per il governo al tavolo negoziale, a giugno. Il testo dell’accordo adesso è stato trasmesso al ministero dell’Economia per le verifiche di routine. Il Tesoro avrebbe fatto delle osservazioni e l’Aran, nei giorni scorsi, ha inviato i chiarimenti richiesti. Se il ministero sbloccherà a inizio settembre il contratto, poi mancherà soltanto il visto della Corte dei Conti, per il quale i magistrati hanno 15 giorni di tempo. A ottobre, insomma, gli arretrati e gli aumenti potrebbero arrivare in busta paga ai 545mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale, tra cui 277mila infermieri.
Ma il vero piatto ricco, come detto, sono gli arretrati. Ci sono tre anni pieni (dal 2019 al 2021) da “restituire”, e in più i primi dieci mesi del 2022. Per il personale sanitario nel suo complesso, la media degli arretrati varia da 2.268 euro lordi a 3.135 euro sempre lordi. Ma se si considerano gli infermieri, ai quali è stata riconosciuta una indennità specifica nel nuovo contratto, le cifre sono ancora più rilevanti. Si va dai 3.777 euro lordi del livello più bassi, fino a 4.736 euro per il livello più alto, il D6. Anche per i dipendenti comunali entro la fine dell’anno arriveranno gli arretrati del contratto. La bozza di intesa tra l’Aran e i sindacati è stata firmata il 5 agosto scorso. Pure in questo caso l’accordo ha iniziato il consueto giro di verifiche: prima la certificazione del ministero dell’Economia e poi quella della Corte dei Conti. I tempi in questo caso dovrebbero essere leggermente più lunghi di quelli della Sanità. Ma comunque entro dicembre dovrebbero arrivare in busta paga sia gli aumenti che gli arretrati. Arretrati che, in questo caso, sono inferiori a quelli destinati agli infermieri. In media i dipendenti delle funzioni locali, a partire dai lavoratori dei comuni, avranno arretrati che vanno da 1.444 euro fino a 1.977 euro lordi. Agli arretrati si aggiungerà un aumento medio per il comparto di poco superiore ai 100 euro lordi mensili.
LE SCADENZE
L’ultimo contratto che rimane a questo punto da rinnovare è quello della scuola. Il più complesso. Con le risorse a disposizione, l’aumento della retribuzione dei professori sarebbe inferiore ai 100 euro mensili. L’attuale governo si era impegnato a trovare nuovi fondi con la prossima manovra di bilancio per alzare il valore degli aumenti. Ma la crisi con la caduta del governo Draghi, ha riportato in alto mare le trattative.
Toccherà dunque al nuovo esecutivo trovare eventualmente nuove risorse da destinare ai professori. Che in questa campagna elettorale estiva hanno ricevuto una cospicua dose di promesse sui loro futuri stipendi.
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Il Gazzettino