Spesa, i consigli per risparmiare. Csaba della Zorza: «Comprando prodotti sfusi si spende il 30% in meno»

La conduttrice tv: "La cucina povera è tornata di moda, preferiamo le zuppe alla bistecchina"

Spesa, i consigli di Csaba della Zorza: «Comprando prodotti sfusi si risparmia il 30%»
Milanese, 52 anni, la scrittrice Csaba dalla Zorza - autrice del libro Cucina Economica, da pochi giorni in libreria - conduce ogni domenica alle 15 su Food Network La Cucina...

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Milanese, 52 anni, la scrittrice Csaba dalla Zorza - autrice del libro Cucina Economica, da pochi giorni in libreria - conduce ogni domenica alle 15 su Food Network La Cucina Economica, un programma sul cibo dedicato all'arte di arrangiarsi (e mangiar bene) ai fornelli.

Gli italiani tagliano i consumi in tavola: che succede?
«Succede che il cibo costa di più. Concentrarsi sulla sostenibilità, cosa giustissima, implica la necessità di mettere dei paletti per chi produce il cibo. E dunque oggi produrre costa di più. Sul consumatore pesano molto anche l'energia e i trasporti che servono a muovere la merce».

L'equivoco maggiore sul risparmio in tavola?
«Per risparmiare non bisogna privarsi delle cose buone, o mettersi a caccia di prodotti scontatissimi. Il punto è saper scegliere: siamo tra i Paesi con la maggiore varietà di prodotto ortofrutticolo, approfittiamone. Io risparmiando bene ho tagliato il trenta percento della mia spesa».

Sì, ma come?
«Prima di tutto non comprando più di quello che mi serve. Bisogna preferire sempre gli alimenti sfusi. Compri una vaschetta di finocchi? Due li mangi, uno ti sforzi di cucinarlo e il quarto lo butti. Quindi: comprare meno. E non comprare mai il semilavorato».

Che intende dire, come possiamo muoverci in questa fase difficile?
«Faccio un esempio: il broccolo sfuso costa un euro al chilo, se lo prendi già tagliato nella vaschetta da 300 grammi costa quasi il doppio, se poi lo compri lessato e confezionato arriva a 4 euro. Paghi chi fa il lavoro per te. È un po'come volere una cuoca a domicilio senza pagarla. Ultima regola: comprare italiano e stagionale».

Facile: niente fragole a dicembre.
«Ma allora nemmeno i fagiolini che, a differenza delle fragole, a dicembre si trovano in tutti i supermercati perché vengono dal Marocco. Che bisogno c'è di mangiarli adesso? Le cose esotiche lasciamole ai ricchi e agli stravaganti».

Comprare al discount si può?
«L'importante è capire cosa stiamo acquistando. Non bisogna generalizzare, ci sono discount che offrono prodotti buoni e altri che propongono merce da mercati stranieri, coltivata con i pesticidi. Sempre preferire, ove possibile, il mercato all'aperto, in strada. Se si va al discount occhio all'etichetta».

Si può fare bella figura portando in tavola cibi poveri?
«Oggi più che mai. Nei ristoranti stellati ormai ti fanno pagare 40 euro la ribollita, uguale a come la faceva mia nonna toscana. La cucina povera è tornata di moda, con le ricette giuste si fa una gran figura».

Per esempio? Non è facile rinunciare a certi cibi...
«La ricetta degli gnocchi di semolino di Petronilla, che è anche nel mio libro. È del 1942: bastano semolino, latte, noce moscata e brodo vegetale. Con 4 euro metti in tavola 12 persone. Ma anche la zuppa di cipolla, o pesci come il baccalà e il merluzzo, povero ma buonissimo. Oggi la brutta figura la si fa servendo la bistecchina: più vegetali e meno animali è la mia regola».

Si tagliano i dolci, il pesce, gli alcolici. E a Natale come si fa?


«Un panettone buono, di pasticceria, lo si trova anche a 20 euro: se le risorse sono poche, allora allochiamole bene. Si può fare un Natale dignitoso senza rinunciare a troppo, con qualche accorgimento: usare il filetto di maiale anziché di manzo, che costa un terzo, fare la pasta all'uovo in casa, gli gnocchi. All'insalata russa confezionata direi che a Natale possiamo tranquillamente rinunciare».
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Il Gazzettino