Italgas torna a Piazza Affari, ​investimenti per 2 miliardi per arrivare al 40% del mercato

Foto dal sito Italgas
Tredici anni fa l’addio alla Borsa deciso dall’Eni. Oggi Italgas si presenta alla comunità finanziaria, investitori e analisti, a Londra per preparare...

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Tredici anni fa l’addio alla Borsa deciso dall’Eni. Oggi Italgas si presenta alla comunità finanziaria, investitori e analisti, a Londra per preparare il ritorno a Piazza Affari con la più grande operazione sul mercato italiano da gennaio. Tutto è pronto, manca soltanto l’ok formale di Borsa e Consob. Poi la parola passerà al mercato sulla scissione del gruppo da Snam.


Abbastanza conservativi ma per questo anche «flessibili» gli obiettivi del piano industriale 2016-202 per il ceo della società Paolo Gallo. A partire dal taglio dei costi e di nuovi investimenti organici per 2 miliardi nel periodo 2016-2020, pari a oltre il 35% della Rab, cioè il valore degli asset calcolato nel 2015. Tra i principali progetti lo sviluppo di oltre 500 km di nuove infrastrutture di distribuzione, il completamento di nuove reti nel Sud Italia entro il 2018, la sostituzione di circa 250 km di condotte, l’insatllazione di circa 4,7 milioni di nuovi contatori per il mass market e 40 mila per grandi consumatori tra il 2016 e il 2019.

L’obiettivo è puntare a crescere sfruttando al meglio le nuove gare d’ambito territoriale per l’assegnazione dei servizi di distribuzione del gas (sul tavolo c’è l’assegnazione di 177 Atem) che partiranno nel 2017, in un contesto di consolidamento obbligato che ci sarà nei prossimi anni nel settore, in linea con il resto d’Europa. Dagli oltre 200 operatori che oggidistribuiscono metano si passerà «naturalmente in pochi anni a 13-14 operatori», sottolinea Gallo. Un’opportunità per Italgas, che nell’arco del piano ha ambizione di arriva a toccare il 40% mercato, dal 33,9% del 2015. Un obbiettivo «assolutamente raggiungibile» per l’ad.

La nuova società (che dovrebbe avere una capitalizzazione tra i 3,5 e i 4 miliardi) potrà contare su ricavi superiori a 1 miliardo nel 2016, con un margine Ebitda intorno al 65%. Quanto al dividendo (20 centesimi nel 2016), è previsto un aumento annuo low single-digit nel 2017 e 2018.


Tecnicamente la quotazione, prevista tra due settimane, non passerà da una classica Ipo. Le azioni scambiate in Borsa saranno quelle degli attuali soci di Snam, a cui sono stati assegnati titoli Italgas. Dopo la scissione, Snam manterrà il 13,5% di Italgas, Cdp Reti e Cdp gas custodiranno invece il 26% e saranno legate con Snam da un patto parasociale. Il flottante sarà quindi pari a poco più del 60% del capitale.


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Il Gazzettino