Scuola, contratto di lavoro rinnovato per 1 milione e 300mila lavoratori: ecco chi riguarda

È stato firmato infatti oggi, presso l' Aran, il contratto nazionale Istruzione e ricerca 2019-21

Scuola, contratto di lavoro rinnovato per 1 milione e 300mila lavoratori: ecco chi riguarda
Contratto di lavoro rinnovato per oltre un milione e 300 mila lavoratori di scuola, università  e ricerca. È stato firmato infatti oggi, presso l' Aran, il...

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Contratto di lavoro rinnovato per oltre un milione e 300 mila lavoratori di scuola, università  e ricerca. È stato firmato infatti oggi, presso l' Aran, il contratto nazionale Istruzione e ricerca 2019-21. Contratto che si riferisce al triennio 2019-2021 e che con la firma definitiva e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore.

Il contratto

«Soddisfatti per la firma del rinnovo del contratto Istruzione all' Aran ma anche per la sottoscrizione definitiva, arrivata a distanza di ben sei mesi dalla firma dell'ipotesi contrattuale. E' stato necessario attendere il lunghissimo iter di certificazione da parte degli organismi di controllo, una inaccettabile enormità burocratica. Le nuove disposizioni contrattuali - fanno sapere Cgil e Flc Cgil - entreranno in vigore dal giorno successivo della data di stipulazione, ovvero da domani 19 gennaio, salvo diversa prescrizione per alcuni specifici istituti contrattuali come indicato nello stesso testo contrattuale».

«Abbiamo sottoscritto il nuovo Ccnl - sottolineano Cgil e Flc - avendo ricevuto pieno mandato dalle lavoratrici e dai lavoratori del comparto, iscritti/e non iscritti, che sono stati democraticamente consultati con una amplissima campagna di assemblee svoltesi in oltre 9000 luoghi di lavoro tra scuole, università, enti di ricerca, accademie e nei conservatori». «Ora - proseguono Cgil e Flc - invieremo subito la disdetta del Ccnl appena sottoscritto al fine di avviare le trattative per il rinnovo del triennio contrattuale 2022-24 già prossimo alla scadenza. La nostra priorità assoluta sarà l'incremento degli stipendi in rapporto all'inflazione al fine di tutelare pienamente il potere d'acquisto delle retribuzioni». «Per queste ragioni - concludono - il Governo dovrà fare la sua parte, incrementando le risorse previste dalla legge di Bilancio 2024, rispondendo così alla condizione salariale dei lavoratori e alle lavoratrici della conoscenza». 

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Il Gazzettino