Li chiamano superticket, non tanto per l'importo quanto per il fatto che si aggiungono per legge dello Stato a quelli già previsti autonomamente dalle Regioni. Ieri...
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RACCOLTA DEI DATI
Attualmente è previsto che i cittadini paghino di tasca propria solo in caso di codice bianco ovvero quando l'accesso al Pronto Soccorso avviene per pazienti in condizioni non critiche, per i quali non si rendono necessarie prestazioni urgenti e dunque non c'è ricovero. L'importo varia da Regione a Regione. Il codice verde riguarda invece i pazienti in condizioni poco critiche: un contributo richiesto anche per queste situazioni incrementerebbe quindi gli introiti dal sistema del Pronto Soccorso. Una riforma alternativa potrebbe prevedere una compartecipazione alle spese graduata in base al reddito Isee. In una prima fase comunque il lavoro si concentra sulla definizione esatta di un quadro molto differenziato nelle varie aree del Paese. «I tecnici - ha spiegato Saitta - lavoreranno ora alla raccolta dei dati regionali sui ticket e sulle esenzioni dalla compartecipazione alla spesa sanitaria, ed entro la fine di aprile ci sarà una nuova riunione». Questo perché «è fondamentale conoscere i dati prima di entrare nel merito delle proposte».
LE PROTESTE
I superticket da 10 euro sulle ricette relative a prestazioni di diagnostica e specialistica sono applicati in modo differenziato tra le varie Regioni: alcune li hanno modulati in base al reddito o alla complessità della prestazione. Questa forma di compartecipazione ha una storia particolare: istituita nel 2007 non era stata inizialmente applicata proprio a causa delle proteste che aveva suscitato. Lo Stato si era quindi assunto il compito di reperire una copertura alternativa per gli 834 milioni di gettito previsto. Ma questo impegno rinnovato per alcuni anni era venuto meno nel 2011. Da allora però l'opposizione al superticket è stata molto forte e recentemente sono cresciute le pressioni per il suo superamento.
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Il Gazzettino