Dopo il caos dei voli cancellati, Ryanair continua a far discutere, anche e soprattutto per come vengono trattati i dipendenti, la cui tenuta inizia a scricchiolare. Alcuni...
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«Immaginate che cosa succederebbe se 5 velivoli non partissero un giorno. Stiamo parlando solo di 5 aerei, ma sarebbe un disastro». Le condizioni di lavoro dei dipendenti di Ryanair sono sotto osservazione, specialmente dopo la decisione di cancellare migliaia di voti da parte della compagnia, per un riallineamento dei turni dei piloti. Non si contano più le segnalazioni da parte del personale di volo, che accusano i vertici della compagnia, oltre che di contare al centesimo il carburante dei Boeing in uso, anche di fargli pagare acqua e cibo. La compagnia non ha mai confermato, né smentito queste dichiarazioni. Ma Michael O'Leary, fondatore e amministratore delegato della regina dei low cost, ha recentemente detto: «Mai i sindacati, è più probabile che ghiacci l'inferno».
E invece, da alcune settimane circola nel Regno Unito una lettera scritta da alcuni piloti che incoraggiavano il personale a creare una specie di sindacato non ufficiale, per «opporsi alla strategia di divide et impera che Ryanair ha applicato nei suoi rapporti con il personale».
«Ci vorrà un'immensa forza di volontà, energia e dedizione da parte di ciascuna persona», si legge ancora nella lettera. «È possibile che le cose peggiorino ancora». Ryanair è accusata di essere «la Corea del Nord dell'aviazione, e la situazione sta peggiorando - dice ancora l'anonimo assistente di volo al Telegraph - Siamo pagati 100 ore al mese ma ne lavoriamo 140-160».
E poi la proposta: «Ho molti ex colleghi che adesso lavorano per Norwegian, EasyJet o Wizzair.
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Il Gazzettino