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Il meccanismo ormai è rodato. Ogni Dpcm di chiusura del governo sarà affiancato da un decreto legge con delle misure di indennizzo per le attività economiche che vengono chiuse. Anche stavolta sarà così. Il nuovo intervento sarà da 1,5 miliardi di euro. Quanto basta, per adesso, per evitare un nuovo scostamento di bilancio. Fare altro deficit necessiterebbe del via libera del Parlamento. Ma nel caso fosse necessario, il ministro dell'Economia Roberto Guatlieri è pronto ad avanzare la richiesta. Il nuovo pacchetto si aggiunge ai 5,5 miliardi (di cui 2 per i ristori) già messi sul piatto nei giorni scorsi. «L'intervento seguirà una logica simile a quella adottata a fine ottobre» spiegano fonti alle prese con il dossier. Significa indennizzi automatici pagati direttamente dall'Agenzia delle Entrate. L'intenzione è di far arrivare i soldi nelle casse delle imprese entro dicembre.
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Al ministero dell'Economia si lavora per suddividere i codici Ateco (quelli ai quali bisogna essere agganciati per rientrare tra i beneficiari degli indennizzi) in relazione alle Regioni, così da procedere con i ristori nelle aree più colpite, quelle che subiranno un lockdown quasi totale.
Le Regioni saranno suddivise nelle tre zone (rossa, arancione e verde) in base al rischio e quindi sarà necessario assegnare a ogni zona una lista di codici Ateco. Attualmente gli indennizzi, contributi a fondo perduto erogati, con un tetto massimo di 150 mila euro, sono pronti per essere indirizzati a 53 categorie colpite. E vanno dal 100% al 400% (ma è previsto un incremento delle percentuali per quelle attività, già comprese nel Dl Ristori, che potrebbero subire un ulteriore calo delle entrate) di quanto previsto nella scorsa primavera. Tuttavia il Mise e il Mef amplieranno la platea ad altri settori «a condizione recita il decreto che siano direttamente pregiudicati dalle misure restrittive». Pizzerie a taglio, rosticcerie, piadinerie e paninoteche, produttori di birra, per fare alcuni esempi, lamentano di essere stati tagliati fuori. E dunque nelle prossime ore dovrebbero essere accontentati e rientrare tra le attività che tra novembre e dicembre incasseranno i soldi. Ovviamente, gli aiuti non saranno uniformi, ma dipenderanno dal tipo di attività e dal grado di danno prodotto dalle restrizioni: importi più alti interesseranno chi sarà costretto a chiudere mentre i ristori scenderanno per chi (perché residente in zona arancione o verde) subirà un impatto minore. Ad esempio, come ricordato, i centri commerciali saranno chiusi nel week end in tutta Italia e quindi anche nella zona verde: anche a loro, quindi, andrà riconosciuto un sostegno. Quanto alle risorse, i margini sono strettissimi. Il decreto Ristori bis collegato al nuovo Dpcm poggerà sul margine ancora disponibile a valere sul deficit, pari allo 0,1% del Pil. Nel decreto poi, potrebbero entrare anche altre misure, come una riedizione del bonus baby sitter da 600 euro nel caso in cui fossero lasciati a casa con la didattica a distanza minori di 12 anni.
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Il Gazzettino