Rincari all'alta velocità Torino-Milano, esposto del Codacons all'Antitrust

Rincari all'alta velocità Torino-Milano, esposto del Codacons all'Antitrust
Dilaga la protesta sui binari dell’Alta velocità Milano-Torino per gli annunciati maxirincari degli abbonamenti mensili. Il Codacons è già partito...

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Dilaga la protesta sui binari dell’Alta velocità Milano-Torino per gli annunciati maxirincari degli abbonamenti mensili. Il Codacons è già partito all’attacco, depositando all’autorità garante della concorrenza un esposto per chiedere un’inchiesta su rincari «del tutto ingiustificati» dice il presidente dei consumatori Carlo Rienzi.


Dal primo febbraio sui Frecciarossa cambia tutto: il mensile da 340 euro va in pensione, sostituito da quattro fasce di prezzo: 459 euro - praticamente la rata di un mutuo - per l’abbonamento valido sette giorni su sette, 408 euro per quello valido dal lunedì al venerdì, 323 euro per l’abbonamento valido per sette giorni nella fascia oraria 9-17 (quindi buono solo per quelli che lavorano alle Poste o in biblioteca, se corrono veloci) e 289 euro per quello di 5 giorni nella fascia oraria che con i pendolari non c’entra nulla. «Definirla stangata è un complimento - dice Leonardo Pellegrini del comitato pendolari Alta velocità Torino-Milano - sono prezzi insostenibili per schiere di pendolari».

Un rincaro improvviso del 35%, a poco più di un anno dall’ultimo pesante aumento, quando in modo repentino il mensile era passato da 295 euro a 340. La Regione Lombardia ancora tace, il presidente del Piemonte Chiamparino ha invece già preso posizione, annunciando l’intenzione di scrivere all’ad di Ferrovie dello Stato Renata Mazzoncini: «È evidente che l’obiettivo è quello di disincentivare i pendolari» sostiene il governatore. La politica di Fs è chiara, lo aveva detto la stessa Mazzoncini lo scorso ottobre: «Il nostro concorrente Ntv (la società di Italo, ndr) non fa gli abbonamenti, e questo non è sportivo. L’abolizione degli abbonamenti è una mossa che non ci piace». Aumentarli a quanto pare invece sì. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino